festival-cinema-veneziaIl 2 settembre prossimo prenderà il via la 66° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia che, nonostante l’alta qualità dei film proposti dai comitati di selezione, porrà molto probabilmente, la stampa internazionale e quella nostrana di fronte all’annosa questione del senso e dell’utilità di un Festival del cinema di questo tipo.
Dopo aver risolto, almeno per il momento, il problema della coerenza e della continuità di prospettiva attraverso la conferma alla direzione artistica di Marco Müller, resta ancora da risolvere, il quesito sulla effettiva utilità e sul valore di un festival dedicato all’arte cinematografica che rischia di essere la vetrina di un prodotto con uno scarso valore d’uso. Ferma restando infatti la finalità altamente culturale della kermesse, finalità che andrebbe difesa a prescindere da tutto, ci si chiede come un festival sostanzialmente privo di mercato internazionale, ostile, per ragioni logistiche, ad un tipo di convivialità allargata ed incapace ormai di accogliere un pubblico diverso da quello dei semplici addetti ai lavori, abbia programmato di proseguire la propria storia. Il problema infatti evidenziato soprattutto dopo la nascita nel 2006 della Festa del cinema di Roma è di scegliere tra un festival attento, oltre alla qualità del prodotto, anche al pubblico di massa e quindi in grado di irradiarsi nel territorio offendo anche momenti di incontro, di vicinanza, di mescolanza con il mondo glamour del cinema internazionale o, per contro, un festival attento soprattutto alla selettività di una proposta destinata ad esperti ed estimatori che poco hanno da condividere con un pubblico televisivo lontano dalle sale cinematografiche. Il tutto tenendo poi un occhio puntato sull’industria e la distribuzione internazionali.
A Venezia da qualche anno si cerca di fondere le due formule con proposte ad un tempo elitarie e popolari. Finora la cosa non è sembrato funzionare e la strada da percorrere appare sempre più in salita. Forse bisognerà aspettare il promesso palazzo del cinema per centrare la direzione che riporterà il tutto a quella coerenza che negli anni ha reso quello di Venezia il Festival del cinema più importante del mondo.

Massimo Galimberti è critico, saggista, dottore di ricerca e docente di cinema presso l’Università degli Studi dell’Aquila. Lavora come selezionatore e organizzatore di festival internazionali.

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