L’articolo “Contro le Audioguide che Spengono lo Sguardo nei musei” del Prof. Quintavalle, sul Corriere della Sera del 25 Agosto, non può non indurre alla riflessione coloro che del settore delle audio guide si occupano.

Si può certamente concordare con il messaggio di fondo dell’articolo ossia il diverso modo, rispetto al passato, con cui si fruisce di arte e di cultura in generale.  Non a caso infatti si parla oggi di “consumo culturale”, per cui anche la visita ad un Museo è per molti uno dei tanti modi di impiegare il proprio tempo libero e le proprie risorse.
A volte questo cambiamento può avere una connotazione di superficialità per quel che attiene la motivazione alla fruizione o magari la fruizione stessa, come in quei casi in cui la visita di una Mostra non è ricerca, assimilazione, approfondimento di contenuti culturali ma è partecipazione ad un evento, condivisione con altri di un happening, perchè poter dire di essere stati a questa o a quella Mostra è “cool” e diventa affermazione di status (anche se poi della visita è rimasto ben poco).
Non addentrandomi in considerazioni ideologiche (e soffermandomi su alcuni risvolti positivi quali lo sdoganamento dei Musei che, da vecchi contenitori, aperti solo ad un’ élite di addetti ai lavori, hanno finalmente aperto le porte ai giovani e ad un pubblico più ampio, anche grazie alle Mostre “di moda”) tenterei di ridurre le mie osservazioni a qualche breve considerazione “tecnica”.

L’audioguida come la didascalia, il catalogo, la visita guidata, i pannelli esplicativi, il Dvd del Museo e ogni altra forma di supporto alla visita, sono dei mezzi che cercano di soddisfare  bisogni differenti di visitatori differenti, in momenti differenti.
Purtroppo il bisogno dell’utente è un concetto ancora poco considerato in Italia, dove l’offerta culturale spesso prescinde dalla considerazione che il pubblico non è “unico”, ma è composto da una pluralità di soggetti con una varietà di esigenze, con un diverso background, “budget” economico e di  tempo, attenzione e desiderio di conoscenza.

Immaginare di poter soddisfare tutte queste diverse esigenze con un solo unico strumento e con un solo unico linguaggio sarebbe certamente impossibile e comunque rappresenterebbe una limitazione.

L’audioguida, non diversamente dagli altri supporti menzionati, non ha la pretesa di essere esaustiva, ma svolge una funzione precisa in un momento ben preciso. Si tratta di un supporto mobile, interattivo, che accompagna una persona in movimento che ha lo sguardo rivolto alle opere ma le orecchie libere ed una soglia limitata di attenzione (sia all’ascolto in cuffia ma anche alla lettura di pannelli esplicativi o miniguide), lasciandolo libero di scegliere se e cosa ascoltare.
La sua funzione è evitare di interferire con la fruizione immediata e spontanea e rappresentare invece un supporto discreto, poco invasivo, che offra degli stimoli anche emotivi e degli spunti,  presentando possibilmente punti di vista diversi, accendendo la curiosità, portando il visitatore a volerne sapere di più (e magari a comprare il catalogo a fine Mostra, per approfondire con calma a casa quanto si è visto).

Temo che sia un po’ prematuro definire l’uso dell’audioguida una vera e propria moda per il pubblico (è noleggiata in media solo dal 10-15% dei visitatori) , ma certamente è un servizio molto apprezzato da chi sceglie di avvalersene ed è ritenuto un servizio importante da gestori di Mostre e Musei probabilmente perchè adopera un linguaggio, quello sonoro, che è fra i più diffusi nella nostra epoca, dove in molti casi la parola scritta ha lasciato il passo a quella parlata. Un’epoca che ricerca forme di interazione anziché di fruizione passiva. Ed è anche il motivo per cui stanno prendendo sempre più piede delle forme innovative di comunicazione di contenuti legati all’arte (audiotour scaricabili sul proprio iPod o sul proprio telefonino, tour multimediali per palmari, Podcast di Mostre..) e il momento di visita di un Museo non è più ridotto solo alla visita tradizionale vera e propria ma è esteso alla preparazione alla visita e al post-visita.

Come in tutti i nuovi fenomeni, forse bisognerebbe attendere un po’ prima di emettere giudizi perentori e ricordare che i media in quanto media,  sono appunto dei semplici mezzi.
L’importante è che ai visitatori sia sempre offerto un range di servizi, lasciando la libertà di scegliere quello più adatto alle proprie esigenze.

Isabella De Angelis è  Amministratore Delegato di Antenna Audio Italia Srl