foro traiano romaDispiace rilevare ancora una volta che la politica ormai sappia fare qualcosa solo in stato d’emergenza. Tutti siamo contenti che in poco tempo l’area archeologica di Roma abbia fatto un salto di qualità nella propria offerta e sia più fruibile dai visitatori, ma nessuno se non i decisori può convenire con la prassi di agire solo per mezzo dei commissariamenti. La politica purtroppo ha scoperto questo strumento come  “risolvi tutto” e sembra non saperne più fare a meno. La cosa forse più étonnant è che puntualmente i commissari siano già dei dirigenti pubblici, non si ricorre più ne anche ai prefetti, ma a regolari dirigenti ministeriali ai quali basterebbe dare un normale incarico piuttosto che sommarne degli extra. Sono indeciso se leggervi il retropensiero “pochi di loro sanno fare le cose e quindi mettiamoli dappertutto per far girare la macchina” oppure “non siamo capaci a distribuire gli incarichi a chi per legge deve riceverne e quindi impegniamo sempre gli stessi”. La recente esperienza di Bertolaso, che da commissario ha dato una svolta al problema rifiuti in Campania, sembra però raccontare che gli extra poteri di questo ruolo possono anche rivelarsi un boomerang e invogliare l’apicale ad andare oltre il possibile. Il Teatro dell’Opera di Roma, il Teatro San Carlo di Napoli, l’Istituzione Biblioteche di Roma, la Soprintendenza archeologica di Pompei tutti commissariati da tempo, alcuni da anni, perché? È così difficile incaricare un dirigente di ruolo piuttosto che procacciarlo sul mercato, dargli un mandato sulla base di un progetto pluriennale,  aspettare che lo realizzi offrendogli risorse economiche e personale e valutarne alla fine l’operato?

Fabio Severino è Vicepresindente dell’Associazione per l’Economia della Cultura. Insegna Economia e gestione delle istituzioni culturali all’Università di Roma La Sapienza