Mario Resca è riuscito a rimanere in sella, vincendo la lunga battaglia in opposizione all’istituzione della nuova direzione generale per i musei del MiBAC. Qualcuno ricorderà come è iniziata alla fine del 2008, con un accorato appello della Fondazione Bianchi Bandinelli, e continuata nei sette mesi successivi in estenuanti articoli di disapprovazione apparsi sugli organi di informazione e in svariati fendenti provenienti dalle soprintendenze e dagli uomini forti del MiBAC.
I primi di settembre, dopo mesi di mediazioni e lunghe diatribe, con la definitiva istituzione della direzione e la formale nomina del super manager, inizierà il suo percorso istituzionale nel paludato mondo dei Beni Culturali. Si deve ammettere che i suoi ultimi interventi pubblici sono stati più ponderati e meno legati al fraseggio ad effetto tipico del grande marketing dei primi periodi, (a lui sicuramente più congeniale), oltre ad evidenziare una più coerente impostazione della Direzione Generale, che sembra essere molto più misurata e appropriata alle esigenze di valorizzazione del nostro paese.
Ma le soluzioni che propone non sembrano riferirsi ad impianti strategici diversi da quelli messi in pratica in passato, anche quello più recente. Nello specifico: indagini conoscitive delle esigenze e dei desideri dei visitatori, condivisioni di obiettivi comuni con i direttori generali, i soprintendenti e i direttori dei musei, forte attenzione ai servizi. In poche parole “fare sistema”.
Nessuna formula particolare, quindi, per il dott. Resca che, contrariamente agli slanci creativi delle prime dichiarazioni, ha deciso di percorrere una strada equilibrata, ha preferito seguire un tragitto che potesse essere sostenuto e parzialmente condiviso anche da tutte quelle balze del Ministero più restie alla sua figura. Il suo obiettivo, in fondo è molto semplice: riuscire con gli stessi mezzi e strumenti dove gli altri nel passato avevano mancato. In bocca al lupo!

 

Stefano Monti è direttore editoriale di Tafter.it