Colosseo_locandina_mibacLa Direzione Generale per la valorizzazione del patrimonio culturale del MiBAC ha compiuto i primi cento giorni e ha presentato pubblicamente i suoi risultati. Sono state raccontate le attività svolte in questi tre mesi fatte per lo più di eventi, accordi con altre istituzioni, nuove forme di comunicazione, presenze ad iniziative internazionali. Poi sono stati presentati i propositi per il 2010, tutti ragguardevoli e di grande interesse.
Viene però spontanea una domanda: questa corposa mole di attività ad oggi compiute e di lì a venire, risponde ad un programma strategico di obiettivi?
Sarebbe infatti interessante che l’insediamento e l’attività di questa nuova Direzione, tanto utile ed attesa dagli operatori culturali, siano corredati da una presentazione pubblica di un masterplan. Tale documento metterebbe in grado tutti (decision maker e cittadini) di valutare il lavoro della Direzione. Oggi ci vengono presentati i primi risultati che con uno slogan si potrebbero definire: “i primi cento giorni con già cento eventi”. I quali però possono essere tantissimi se l’obiettivo erano cinquanta o pochissimi se l’obiettivo erano cinquecento, così come possono essere preziosi se di questo necessita il patrimonio culturale che la Direzione è chiamata a valorizzare, oppure inutili se di altro si aveva bisogno. Perché tutto ciò sono azioni che devono rispondere al perseguimento di obiettivi prefissati, a sua volta stabiliti sulla base delle necessità rilevate. È comprensibile che la nascita della Direzione, da tanti chiaccherata e sulla quale personalmente, invece, avevo espresso giudizi di fiducia ed ottimismo, abbia la necessità di dimostrare la sua pertinenza e quindi cerca risultati concreti e visibili subito. Io però credo che la Direzione possa volare molto più in alto se mostra una capacità di visione d’insieme e di utilizzo degli strumenti di programmazione indispensabili per svolgere e sviluppare l’amministrazione pubblica. Tutti gliene saranno grati, perché queste sì che oggi sono merci rare.

Fabio Severino è vicepresidente dell’Associazione per l’Economia della Cultura