teatro_greco_taorminaSono ormai troppi anni che le questioni Siciliane vengono decise dalla politica non isolana, da salotti buoni che con strumenti differenti hanno intrecciato e soddisfatto le ambizioni della politica locale. Nei prossimi mesi si andrà a dibattere sulle importanti questioni del rilancio del turismo, attraverso la valorizzazione dell’immenso patrimonio culturale della Regione.
Le domande che, ora, molti Siciliani si pongono, sono incentrate nel comprendere da dove ricominciare per una migliore promozione del proprio territorio e per una più corretta gestione del proprio patrimonio
Gli scenari che sono stati messi in piedi sono molto chiari, ma dovranno dimostrare con i fatti quanta capacità tangibile avranno sul campo. Il disegno principale, messo in piedi nel 2007 – grazie alla volontà del compianto Gianfranco Imperatori- vede sbarcare in Sicilia una cordata interessante, costituita da Civita Servizi, Fondazione Banco di Sicilia e Banco di Sicilia -Gruppo Unicredit. Il loro progetto si chiama Civita Sicilia e il loro programma è molto chiaro: coniugare il mondo confindustriale al tema della cultura, del turismo e dello sviluppo. Non ci sono dubbi che a fronte della pessima gestione fino ad ora concretizzata delle aree archeologiche della Regione – 67 milioni di Euro di costi a fronte d’incassi di appena superori ai 12 milioni di Euro- l’operazione costruita farà sicuramente meglio.
Questa alleanza non avrà grandi difficoltà, viste le sue dimensioni e le sue capacità progettuali, ad imporsi nelle diverse gare sui Servizi Aggiuntivi – annunciate qualche settimana fa a Roma, attraverso l’accordo tra l’assessore Regionale, Gaetano Armao, e il coordinatore dell’Unità tecnica per la Finanza di progetto della Presidenza del Consiglio, Manfredo Paulucci De Calboli.  Ma, sono convinto che le questioni su cui bisognerà soffermarsi non saranno quelle strettamente legate ad un decremento del delta costi/ricavi, ma dovranno essere basate fondamentalmente nel capire se attraverso azioni come questa, la Regione sarà capace di invertire la rotta non sempre felice con cui si è gestito il proprio territorio.
La Regione Sicilia, sta vivendo un momento storico determinante, e mi chiedo se nei prossimi anni troverà la giusta alchimia tra coraggio politico e forza imprenditoriale che le potrà permettere di cambiare passo; portandola a pensare in modo più incisivo ad uno sviluppo dal basso del territorio e assecondando in maniera più vigorosa le vocazioni dei suoi luoghi, rendendo protagonisti, della trasformazione, i Siciliani.

Stefano Monti è il direttore editoriale di Tafter.