L’operazione è senz’altro molto importante anche se –  per valutarne tutta la portata – bisognerà aspettare le proposte operative.
IBM – come molti altri player multinazionali dell’ICT (Cisco, Ericsson, Siemens, …) – sta puntando i suoi riflettori sulle città e le loro infrastrutture abilitanti, e ciò è sicuramente un fatto positivo. Ciò che è importante e auspicabile è che queste visioni, costruite nei laboratori e negli uffici marketing al di fuori dell’Italia , si calino in maniera armonica nel nostro contesto che proprio nella città ha elementi di unicità certamente non riconducibili alla semplice “piccola” dimensione.
In un recente convegno dal titolo “L’anima digitale delle città d’arte”, organizzato nella sezione “Borghi & Centri storici” all’interno della grande fiera dell’edilizia Made Expo si è discusso di questo aspetto e in particolare delle opportunità e problematiche legate all’impiego del digitale nelle città d’arte, siano essi i centri storici delle grandi città o i più remoti borghi medioevali. Va infatti tenuta presente la grande complessità legata alla pianificazione delle tecnologie digitali in questi tipi di città; ciò dipende principalmente da tre aspetti:
• le moltissime variabili da tenere in conto (ambientali, tecnologiche, culturali, normative, sociali…) che rendono molto difficile “seguire tutto” ed essere sempre aggiornati; la stessa dimensione digitale della città è composta da almeno quattro strati tecnologici molto diversi fra loro: connettività, sensoristica, applicazioni e contenuti digitali;
• la “compartimentazione” delle competenze amministrative che dovrebbero occuparsi di questi temi – riconducibile ai singoli assessorati – che tende a “spezzare” l’unità (e quindi la comprensione) del processo, rendendo quindi molto difficile la costruzione di una visione unitaria e con-divisibile dai vari stakeholders cittadini;
• la “scarsa” competenza in materia di digitale degli amministratori locali (comprensibile vista la grande eterogeneità della materia e la sua rapidissima e continua evoluzione).

Andrea Granelli è membro della Fondazione Cotec per la cooperazione tecnologica e program manager per l’area “nuove tecnologie per i beni e le attività culturali e turistiche” di Industria 2015