L’Italia nella crisi spende, o  meglio investe poco, nei settori delle tecnologie informatiche e nelle telecomunicazioni (meno anche degli altri paesi europei che a livello mondiale sono storicamente i più prudenti). La valutazione è avvalorata dal rapporto Assinform 2009, nel quale sono analizzati gli andamenti  del mercato ICT  nel 2009 e sono delineate le linee prospettiche del 2010.
Il dato grave è che le telecomunicazioni non compensano più la storica bassa propensione negli investimenti informatici del sistema delle imprese (grandi e piccole) e della Pubblica Amministrazione italiana.
Anzi, la Pubblica Amministrazione sembra aver ceduto il ruolo di attore dello sviluppo e del sostegno all’innovazione senza aver individuato un erede, dirottando tutte le sue politiche attive nel sostegno al reddito e ai consumi individuali.
I dati preoccupano anche letti in parallelo alle altre politiche dell’innovazione delle Regioni che negli anni hanno prima ingigantito imprese pubbliche informatiche, a discapito della crescita dei medi e grandi attori locali, e poi le hanno abbandonate in maniera repentina.
E’ così evidente la carenza di visione strategica con una politica di sola cassa legata alla riduzione della spesa senza una ricerca di iniziative né di piccola né di grande dimensione.
Da qui la necessità di una proposta che faccia spostare la domanda di innovazione sugli utenti finali, trovando dei prodotti utili e accessibili che correggano il dato macroscopico dei 260 minuti che ogni italiano passa davanti alla televisione ogni giorno della sua vita.
Lorenzo Lener è direttore dell’incubatore d’impresa del Polo dell’innovazione di Novara