“Se avessi la certezza di avere responsabilità in quanto accaduto mi dimetterei. Ma rivendico invece il grande lavoro fatto”, ha detto Bondi al termine del sopralluogo nella ex – Schola Armaturarum di Pompei. Poi, inginocchiandosi, ha preso la sua bella briciolina di affresco per metterla sul suo palchetto votivo accanto ai gloriosi pezzettini del muro di Berlino.
E bravo il ministro! Sembrava non comprendere un fotogramma di cinema e invece la sua battuta pare scritta da Ridley Scott per il sequel de “Il Gladiatore”. Rimane aperto il casting per un Russell Crowe-Sovrintendente capace di evitare queste emergenze. Sì perché di emergenza si tratta: nessuna poteva prevedere che piovesse proprio lì e neanche che le copiose minzioni dei cani randagi tipici dell’area minassero acidamente le fondamenta della Scuola dei Gladiatori. 
Ma diciamolo, è tempo di svecchiare! La legge consente di cambiare destinazione d’uso a locali dichiarati antistorici. Facciamolo, allora!. Mi duole sottolinearlo, la scuola dei Gladiatori era da tempo chiusa e inutilizzata senza neppure l’intervento della Gelmini, gli insegnanti dei gladiatori da tempo pre-pensionati e quelli di sostegno impegnati a sostenere altre categorie di disadattati come gli espulsi da X-Factor o dai partiti. Di gladiatori in giro se ne vedono pochi e infreddoliti, perlopiù a fare foto patetiche senza ricevuta fiscale nei dintorni del Colosseo e a Trinità dei Monti. Di Messaline, qualcuna di più e per neolegge non all’aperto.
Aspettiamo domani Bondi alla Camera, a testimoniare la sua innocenza e a dichiarare che quella della Schola Armaturarum è storia vecchia, antecedente al suo mandato e di tutti quelli susseguitisi nei secoli dei secoli. Amen.

Samuel Saltafossi è sociologo della complessità