Dopo il calo del 4,2% degli arrivi internazionali del 2009, il 2010 ha visto i flussi riportarsi sui livelli del 2008. L’anno si dovrebbe chiudere infatti con una crescita di poco superiore al 5% (Unwto) alimentata in particolare dai Paesi emergenti; In Europa, prima destinazione mondiale, gli arrivi sono cresciuti ma a un ritmo più lento (+3%) e in particolare l’area settentrionale ha fatto segnare un decremento rispetto all’anno precedente (-3%) anche per gli effetti dell’eruzione vulcanica in Islanda nello scorso aprile.

Questo il contesto, ma veniamo all’Italia. Nel trimestre “caldo” luglio-settembre la spesa dei viaggiatori stranieri in Italia è diminuita del 3,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre la spesa dei viaggiatori italiani all’estero è aumentata del 4,1% (dati Banca d’Italia). Tradotto: sempre più gli italiani che scelgono di andare oltrefrontiera per trascorrere la vacanza principale dell’anno, sempre meno gli stranieri che considerano attraente l’offerta di prodotto che mettiamo sul mercato nei mesi estivi. Forse è tempo che qualcuno se ne accorga e consideri in modo serio questa diagnosi. Siamo competitivi sulle stagioni di spalla (città d’arte, countryside, enogastronomia) e teniamo sul turismo della neve grazie alla domanda domestica e alla domanda dell’est Europa, ma i grandi numeri della parte centrale dell’anno stanno lentamente erodendosi sia nella componente flussi sia in quella, molto più importante, della spesa. Nella parte dell’anno in cui la differenza la fanno le dimensioni industriali del turismo e in cui la clientela è caratterizzata da un maggior attenzione al fattore prezzo e alla “dimensione prodotto”, mostriamo la corda. Le strategie indifferenziate non pagano più e sarebbe auspicabile che il tema delle destinazioni mature possa trovare nel 2011 orecchie più attente. Il protrarsi dell’instabilità economica, le politiche di contenimento dei deficit e gli alti livelli di disoccupazione soprattutto in Europa non saranno propriamente nostri alleati.

Massimiliano Vavassori è Direttore del Centro Studi Touring Club Italia