Gli “incumbent” muovono sempre piccoli passi misurati quando si avventurano nell’inesplorato mondo dell’innovazione: non stupisce quindi l’accordo tra RAI e Sony per trasformare Internet in un gigantesco mangianastri per la TV.
Se il 3D non rappresenta che un adeguamento alla percezione naturale – come il colore nelle pellicole – l’integrazione con la rete è, al momento, il più promettente catalizzatore di innovazione per questo media. Tuttavia i semi di questa rivoluzione vanno probabilmente ricercati in sconosciute start-up, che sapranno cogliere l’essenza di questa opportunità.
Va comunque identificato un segnale importante in questo progetto apparentemente banale: riversare la propria memoria su un media ne sancisce l’affermazione storica. Dal papiro ai blu-ray, ogni trascrizione ha definito un’epoca aggiungendo una caratteristica unica che ha ampliato la portata dell’informazione veicolata.
Internet, dai molti considerata come lo strumento dell’immediatezza, dell’ “here & now”, è anche e soprattutto un formidabile archivio della memoria. Con i progetti di digitalizzazione del patrimonio culturale mondiale, molti guidati da Google, la rete si sta trasformando nel depositario dell’intero scibile umano, offrendo una democratizzazione della cultura paragonabile unicamente all’invenzione della stampa.
Tutto questo però ha un prezzo, ossia la progressiva scomparsa dell’oblio nel quale far affondare le opere infelici che permetteva di lasciare di un’epoca solo il meglio, facendolo emergere dagli acquitrini della mediocrità.

Gabriele Morano è esperto in new media e mobile entertainment