Idee per vivere meglio è l’accattivante slogan scelto dalla Provincia di Roma, per evidenziare l’approccio che anima questa Amministrazione nella redazione del Progetto Strategico della Capitale Metropolitana. Entrambi (approccio e Piano) non possono che confortarci in un periodo come questo, in cui la scena politica, in particolare quella nazionale, è dominata da ben altri temi (di basso profilo) e lascia poco margine alle prospettive di un presente e di un futuro migliori. Il progetto, molto chiaro e ottimamente comunicato è articolato in cinque assi strategici, coerenti e intimamente interconnessi tra loro: un ambiente pulito, un territorio organizzato, una cultura innovativa, uno sviluppo intelligente, una società unita. La linea grafica dei documenti diffusi e del sito web dedicato, evocando le mappe di uso comune delle linee del metrò di tutto il mondo, sottolinea l’indispensabile legame tra questi ambiti di intervento, che devono necessariamente dialogare tra loro, all’interno di una visione condivisa. Non possiamo immaginare e realizzare, infatti, una vita migliore se non interveniamo simultaneamente sulle molteplici e complesse variabili che ne condizionano la qualità e, toccandone una, se ne devono prevedere gli effetti sulle altre. La prospettiva “metropolitana” della capitale e del suo vasto territorio provinciale (su cui insistono, tra l’altro, ben 121 Comuni) è l’unica che permette interventi con ricadute efficaci rispetto agli obiettivi prefissati e risulta indispensabile, inoltre, una consapevole condivisione del piano da parte di tutti i cittadini, ivi compresi i numerosissimi immigrati stranieri, residenti soprattutto nella cintura esterna al centro storico.
Il Progetto, che andrà integrato nei prossimi mesi e sul quale saranno chiamati a contribuire tavoli tecnici settoriali, rappresenta a mio parere un positivo esempio di programmazione intelligente e prassi gestionale. Ce ne fossero un po’ di più nel nostro Paese, a tutti i livelli, potremmo pensare al nostro futuro con rinnovata energia e speranza.
Emilio Cabasino è docente di economia della cultura all’Università della Tuscia