Il primo criterio per essere accolto nel patrimonio UNESCO è di rappresentare un capolavoro dell’ingegno creativo umano: sarà quindi sembrato naturale candidare Wikipedia per questo riconoscimento.
Come piattaforma collaborativa può persino essere vista come la somma dell’ingegno di tutti coloro che contribuiscono al suo aggiornamento, dunque, con una interpretazione particolarmente olistica, assurgere al monumentale traguardo di esprimere il sapere dell’umanità nella sua accezione più trascendente.
Tra i molti, un aspetto di particolare interesse per apprezzare il valore di Wikipedia, è la sua immanente incompletezza ed intrinseca contraddittorietà, proprietà sublimi comuni anche alla logica matematica.
L’incompletezza risulta dall’impossibilità di concludere l’opera racchiudendo una visione statica e dogmatica, invece si offre flessibile alla revisione purché suffragata da autorevoli fonti. Ed è proprio sull’autorevolezza delle fonti che nasce la natura contraddittoria in quanto, essendo per costituzione blandamente gerarchica, permette di ospitare un pluralismo di qualità senza mai imporre una prospettiva prevaricatrice.
Anche per preservare questa neutralità ambidestra, il modello di business è basato su donazioni al fine di evitare il giogo finanziario, tuttavia ne sancisce uno dei principali punti critici per la sua sussistenza in un mercato dominato da modelli – percepiti gratuiti per l’utente – come la pubblicità.
Rimane da sperare che Wikipedia non venga annoverata nel Heritage Unesco in forza del criterio di testimonianza di una cultura scomparsa!

Gabriele Morano è esperto in new media e mobile entertainment