Andai in Grecia con la mia famiglia nel 1984, perché costava poco e si mangiavano i souvlaki. Erano i primi anni del turismo di massa, di quegli italiani che invadevano Corfù, che imparavano a dire Calimera. Si scoprivano le isolette con i pescatori e aprivano gli hard rock cafè nel blu delle Cicladi. Centro dracme erano 600 lire e di solito ti davano anche il resto.
Gli arrivi turistici passarono da 1 milione del 1970 a 13 milioni del 2000. La Grecia diventò in pochi anni la seconda meta turistica europea e la 15° a livello mondiale. L’Associazione degli operatori turistici greca, nello slancio di quegli anni, pronosticò quota 20 milioni di arrivi per il 2010.
Ci fu una straordinaria crescita fino al 2007: poi, dal 2008, il trend iniziò a segnare variazioni negative. Esattamente come, da quegli anni, iniziò a succedere ai dati del PIL, del potere di acquisto, del fatturato dell’industria turistica Greca.
Oggi, di fronte al dramma economico nazionale, leggiamo messaggi di speranza: l’Istituto di previsione e studio del turismo greco parla di un incremento della domanda per il 2011 del 5% e un contributo al PIL in crescita dell’1%. 
E il futuro? Azzardo una previsione. Anzi, faccio un oroscopo (dal greco hora e skopeo).
Stranieri: segnali di crescita e forte ripresa dopo gli arresti dell’ultimo triennio. Ripresa internazionale e riduzione delle tariffe agevoleranno arrivi e presenze. Incremento. Turismo nazionale: il piano di austerity da 28 miliardi di euro svuoterà le tasche e farà crescere i timori per il futuro, riducendo la propensione al consumo dei cittadini greci per i beni non essenziali. Si prevede una forte riduzione dei flussi del turismo nazionale. Denaro: si prevedono soldi in arrivo verso settembre (110 miliardi, euro più, euro meno). Amore: invariato per la semplicità della gente e la bellezza della natura. La luna consiglia: puntare sulla unica, vera, grande industria dell’economia nazionale. Investire sul turismo.

Marcello Minuti è economista della cultura