Affinchè abbia senso parlare di lavoro culturale, bisogna ripartire dalle persone: da quel capitale umano che è stato curato e immagazzinato negli anni di vacche grasse.
Si deve tornare a parlare di persone e non solo di istituzioni e di cose.
La cultura si salva salvaguardando e valorizzando i suoi asset migliori, quelle donne e quegli uomini quindi che si sono formati e che hanno faticato per diventare degli ottimi specialisti. I principi devono essere semplici come semplici le soluzioni.
Il Ministero per i Beni  e le Attività Culturali, dunque, dovrebbe pagare queste persone, costruire un programma di lungo periodo dove le risorse economiche siano impegnate per remunerare gli artisti con un margine minimo per organizzare il progetto.
Si paga il lavoro artistico con un reddito adeguato per garantire un giusto sostentamento. I criteri di accesso per questi redditi dovranno essere semplici e chiari: per il primo anno legati ai soli criteri curriculari, agli altri redditi ed alla età , per poi negli anni a seguire essere confermati sull’impegno effettivo dell’anno precedente e sul giudizio del pubblico (criterti web 2.0). Dovrà essere obbligatorio pubblicare il proprio profilo on line, il curriculum e i commenti non filtrati del pubblico. Questo progetto potrebbe diventare un ottimo volano per far ripartire la cultura e per ritrovare le produzioni ed il pubblico. Tutti gli altri costi dovranno essere pagati dagli spettatori attraverso i biglietti.
Lorenzo Lener è Direttore Enne3, Incubatore di Novara