Nell’intervista a Mario Resca pubblicata su Tafter il 3 agosto si legge che, nei musei e siti archeologici italiani, “nel 2010 c’è stato il 7,5% di aumento nella vendita dei biglietti e nei primi 4 mesi del 2011 un +9% sugli introiti”; e che il direttore generale per la valorizzazione del patrimonio culturale si considera “fiero” per “l’incremento dei visitatori e degli incassi nei musei”.
Una lettura attenta dei dati, relativi a a tutto il decennio 2001-2010 e non limitati solo al biennio 2009-2010, dimostra tuttavia come Resca ha ben poco di cui essere fiero. La mia fonte è l’Ufficio di statistica del ministero, dal quale apprendo che nel 2010 i visitatori sono aumentati di 5 milioni per un totale di 37. Ma una prima anomalia balza agli occhi: l’impennata dei visitatori riguarda quasi esclusivamente gli istituti non a pagamento, per 3,7 dei 5 milioni complessivi; in più, gran parte di questo aumento di 3,7 milioni di visitatori – ben 3 milioni – riguarda esclusivamente il Pantheon, che è passato da 1,7 milioni di visitatori nel 2009 a 4,7 nel 2010. Ma com’è possibile? La spiegazione può essere individuata nell’introduzione nel 2010 di nuovo sistema di rilevamento “campionario”, mentre prima ci si basava sulle firme apposte nel registro delle presenze: si tratta quindi di un mero artificio statistico, non di un incremento reale.
In ogni caso, dall’esame delle altre tabelle scopriamo che: il numero dei paganti del 2010 è inferiore a quello del 2001 e di molti degli anni seguenti (e rispetto al 2001, oggi le aree archeologiche e i musei aperti sono il 10% in più); che il numero totale dei visitatori negli istituti a pagamento del 2010 – totale dei paganti e dei beneficiari della gratuità – è inferiore  a quello del 2006 e 2007; che gli incassi totali da biglietteria nel 2010 sono in linea con quelli del 2006 e inferiori a quelli del 2007 (ma i costi sono oggi maggiori: a causa di campagne e attività collaterali). E tra l’atro, perché Resca si limita a parlare dei maggiori introiti e non specifica mai quanto costano le campagne pubblicitarie e promozionali (San Valentino, Festa della donna, ingresso gratuito nel giorno del proprio compleanno) da lui volute, in alcuni casi con prolungamento degli orari di apertura (ad esempio, gli spettacoli serali di Martedì in arte), costi del personale compresi?

Giuseppe Mancini è un giornalista. Collabora con il settimanale Il Futurista