In questi giorni il Comune di Roma ha annunciato che il restyling di Piazza San Silvestro avrà anche l’apporto di Paolo Portoghesi, capofila del movimento Postmoderno da qualche anno emarginato dalle grandi commesse pubbliche. 
Il nuovo Assessore alla Cultura- Dino Gasperini – ha pensato invece proprio a lui per offrire indicazioni e spunti per l’impostazione della nuova Piazza San Silvestro, ubicata in una delle zone nevralgiche del Città di Roma ed attualmente snodo e Capolinea della maggior parte delle linee di autobus che entrano ed escono dal Centro Storico.
Obiettivo finale sarà quello di pedonalizzare la piazza. La vicenda offre uno spunto interessante per avvicinare un tema negli ultimi tempi abbandonato di fronte al grande fascino delle Archistar a dispetto dello sviluppo funzionale del tessuto urbano: quello dell’architettura ridotta a mero oggetto di design o a funzione di corredo dell’arredo urbano. È sicuramente corretto rincorrere il bello, il sublime, l’estetica, ma trovo che per chi vive una città sia fondamentale anche la funzionalità.
Molte città italiane stanno invece pensando a spazi e luoghi che dimenticano il concetto di aggregazione e di praticità. A noi economisti viene poi chiesto di trovare i modelli gestionali in grado di sostenere queste produzioni architettoniche, belle e “impossibili”.
Lo sviluppo e la rifunzionalizzazione degli spazi urbani dovrebbe però considerare, oltre all’estetica, anche l’accesso ai luoghi, lo sviluppo dei servizi a favore della cittadinanza e dei molti turisti che affollano le grandi città. Che la crescita e lo sviluppo urbanistico delle città e dei piccoli comuni sia dunque dettato agli architetti, economisti, urbanisti descrivendone solo il contesto più generale in cui il lavoro si andrà ad inserire.

Stefano Monti è direttore editoriale di Tafter