Arriva la bella stagione, recitava grossomodo lo slogan del futuro Sindaco durante la campagna elettorale. E sembra non essere smentito dalla lunga estate che continua a tenere bolognesi (e non) fuori di casa. Così Bologna Estate, il cartellone culturale cittadino, dopo un giugno – agosto intensi si adegua e continua nel settembre inoltrato, con iniziative di piazza interessanti. I T Days, le giornate di pedonalizzazione del centro storico in programma per il 17-18 settembre (non solo lodevoli in sé) saranno costellate di iniziative pubbliche e gratuite. I commercianti aperti e contenti, le associazioni di categoria unanimi nel sostegno e gli assessorati alla cultura, al marketing urbano e alla mobilità che collaborano proficuamente. Un vento di rinnovamento, una città che riparte. Il turismo in crescita, sicuramente grazie all’effetto low cost, che ora la città deve sapersi meritare e catturare più del tipico mordi e fuggi fieristico/professionale cui è sempre stata per lo più abituata, quale città di transito, il porto di terra. Mentre a Bologna è bello fermarsi e godersela, nel suo essere “hipster”, come l’ha definita il Sunday Times. Un termine di difficile traduzione, che va dal “d’avanguardia” al “militante che fa scelte radicali in politica e in stili di vita”. Come quella, ad esempio, di decidere di rimettere i Musei a pagamento? Forse non molto radicale, ma di difficile digestione per una città che ha sempre fatto della gratuità dell’offerta pubblica un baluardo. Tuttavia i dati hanno retto. Anche in agosto. Allora forse il punto non è il pagamento o meno (non quando tutte le fasce di pubblico potenziale sono tutelate). Il punto è cantare in coro (ed essere convinti) che la propria città è bella e vale la pena di essere vissuta. Da adesso in avanti, in ogni stagione.

Chiara Galloni è ricercatrice in economia della cultura