Culture21 srl – Gruppo Monti&Taft Ltd
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Tutto cominciò con una mela. In verità il Libro non la menziona e si limita a parlare del ‘frutto’, simbolo dello sforzo prometeico di toccare con mano la conoscenza e trasformare gli scimmioni in esseri umani; da quell’anno zero dell’umanità la mela diventa lo scrigno di ogni contraddizione: sana e bella, toglie lo stregone di torno; inquietante e complice, introduce nella vita di tutti i giorni il dolore e il sudore della fronte. Poi, dopo qualche millennio, ci pensa Paride su invito di Zeus in persona: anche in questo caso, la cosa è pensata da Eris, dea della discordia, ma la mela finisce ai piedi di Afrodite e rinuncia al potere di Era e alla sapienza di Atena; tuttora i giovani greci che chiedono la mano di una contemporanea kore le lanciano una mela ai piedi. Sappiamo tutti come andò a finire. L’iconografia della mela, anche negli anni rinascimentali, rimanda a questa intrigante ambiguità. Ci fa tremare e al tempo stesso ci rassicura, ne sa qualcosa Wilhelm Tell costretto a dosare il colpo di balestra salvando la vita al figlio e donando la libertà al popolo elvetico. La mela così entra nella leggenda, e addirittura finisce per ispirare Newton – pare che la cosa sia del tutto inventata – sulla legge di gravitazione universale. Poi, passati altri secoli, ci penseranno i Beatles, massimi diffusori di un logo vincente, la mezza mela della loro casa discografica: la mela aperta fa bene, certo, ma simboleggia un approccio visionario e magari anche eversivo; attenzione, da simbolo del rapporto con il cosmo la mela diventa poesia, metafora, gioco; morderla sarà anche peccato, ma risulta così tanto piacevole da catapultarla su New York, la prima città della galassia a essere trasformata in Grande Mela, aggressiva e veloce. E alla fine la reinventa un nerd cocciuto e fantasioso, dandole il potere e la responsabilità di raccontare le nostre vite quotidiane pervase da morbidezza e ironia, da divertimento e bellezza, da creatività e sorrisi. Questa mela ci ha regalato un mondo dolce e curioso, ci ha abituati a gesti leggeri e intensi, ci ha circondati di colori e suoni. Sarà davvero difficile immaginarne un’altra senza commuoverci.