Dopo il “BTP day” del 28 Novembre, in cui si sono registrati scambi  record per oltre 2.59 mld di euro sui titoli italiani, oggi è stata la volta dei BOT: i titoli annuali emessi oggi, che scadranno il 14 dicembre 2012, sono stati sottoscritti interamente, per un totale di circa 7 mld.
Le banche aderenti all’iniziativa hanno rinunciato in queste due occasioni ad applicare le commissioni di negoziazione, fissate dalla legge ad un massimo di 0.3%, che generalmente sono vicine allo 0.1%. Si pagano, in pratica, dieci euro per sottoscrivere diecimila euro di Bot o Btp: il risparmio per il sottoscrittore è quindi in termini assoluti abbastanza contenuto.
Il valore di questi Btp e Bot day è quindi principalmente simbolico. Suona come un invito ad “unirsi a coorte”, per usare le parole di Mameli, in un momento di estrema difficoltà finanziaria del Paese.
Purtroppo l’oceano di negatività nel quale si stanno muovendo le economie mondiali ed europee, in particolare quella italiana, rischia di nullificare l’effetto-propaganda dello sconto commissionale.
La fuga dai Bot non si contrasta con un piccolo sconto, bensì con una politica di restaurazione della fiducia nell’investimento, che finora non è stata a mio avviso perpetrata.
Fino a sei mesi fa gli investitori si lamentavano del basso rendimento dei nostri titoli di stato; ora che i rendimenti sono interessanti, invece di correre a comprarli, si vendono, e questo scatena l’effetto nefasto delle “self-fulfilling expectations”: non fallisco perché sono insolvente, ma perché il mercato crede che lo sia.
E’ qui, su questo snodo, che andrebbe impostata una politica di persuasione, una vera e propria campagna dallo slogan “Ricompriamoci il nostro debito”. Un annuncio reiterato, credibile: “L’Italia non fallirà. Questa è una buy opportunity: comprarsi ora i titoli di stato, oltre ad aiutare il nostro Paese, significa implicitamente pagare meno tasse in futuro ed immunizzarsi dall’aumento degli spread”.
Lo sconto sulle commissioni può essere un utile corollario, ma senza un annuncio credibile rischia di essere un tentativo di svuotare il mare con un secchiello.

Luigi Bocchino lavora dal 2000 per Banca Intermobiliare