In UK la principale catena americana di fast food del clown con la paresi facciale ha annunciato una campagna di acculturazione dei trigliceridi che non ha precedenti: a tutti i bambini che acquistano un hamburger verrà regalato un libro.
Questo cortocircuito tra la carta patinata e la carta oleata ha su di sé l’attenzione e la blanda indignazione di intellettuali e benpensanti ma per capire l’intervento occorre tenere presente come solo l’80% dei bambini mangi quella roba e ben il 33% possieda libri. Non credo che la nostra civiltà si possa permettere un fenomeno che, a lungo andare, creerà migliaia di adulti disadattati, privi di competenze fondamentali, impacciati nella vita di tutti i giorni, con difficoltà a essere inclusi e accettati.
In tal senso è apprezzabile l’approccio pragmatico tipico della società anglosassone:

Fase 1
I libri vengono portati ai bambini mentre mangiano. Perché ne sperimentino le mille utilità.
È facile immaginare la diversa natura delle ditate sulla carta: quelle intrise di olio e salse idrogenate, casuali e distratte, dei sapientini portati a tocchignare tutto; quelle in punta di falange dei fanatici del touch che non si capaciteranno della staticità di quelle parole e illustrazioni; quelle degli igienisti che useranno i diversi capitoli per ripulirsi da macchie e sbavature.  

Fase 2
Gli hamburger vengono portati ai bambini mentre leggono. Perché ne comprendano l’ineluttabilità.
Meglio se questo accade direttamente nelle librerie, negli asili, scuole, camerette. Quel 20% di bambini che oggi non mangia di quella roba – e magari legge libri – verrà finalmente incluso, oserei dire civilizzato. Mai più polpastrelli ombreggiati dall’inchiostro delle pagine. Mai più occhi distratti, lontani dai consigli per gli acquisti. Mai più sognatori inutili per il Pil nazionale.

Samuel Saltafossi è sociologo della complessità