Era il novembre del 1975. Entravo per la prima volta nelle aule di Via Tiburtina, per seguire la lezione di Fisica Nucleare del Prof. Sebastiano Sciuti, allievo e amico di Ettore Majorana che, durante quella prima emozionante lezione, ci parlò di qualcosa di inaspettato, che mi trafisse, come il raggio di sole di Quasimodo: la possibilità di utilizzare tecniche avanzate, anche di derivazione nucleare, per eseguire analisi non invasive su opere d’arte.
Ma non è stata subito sera; da allora sono passati quasi quarant’anni.
Gli scienziati, che si sono dedicati a sviluppare tecniche quale quella impiegata dai valenti Carabinieri del RIS, hanno faticato più a vincere le diffidenze umanistiche che a studiare e realizzare sistemi di misura che, tanto per cambiare, hanno visto l’Italia all’avanguardia nella ricerca e in retroguardia nelle applicazioni.
Finalmente ora tutto sembra cambiato: allievi di Sciuti hanno corsi di Laurea che insegnano agli studenti  a eseguire queste misure e stanno nascendo operatori  qualificati che affiancano storici dell’arte ed esperti vari, evitando loro il rischio di gravi errori di attribuzione, supportandoli nelle loro deduzioni con prove oggettive.
C’è chi si è attrezzato con strumenti portatili per eseguire rapidamente misure in loco, con il fine di assicurare, all’acquirente di un’opera d’arte, che sta prendendo in carico proprio l’opera acquistata, già sottoposta ad analisi di autenticità, e non una copia sostituita all’ultimo momento.

Clamoroso! Chissà se il Professore lo sa.

Valerio Lombardi è un ingegnere nucleare e Responsabile dei progetti HERITAGE (Studio di nuovi modelli per la Valorizzazione e Salvaguardia di Beni Culturali) e SARCH (Realizzazione di un Automa per la configurazione ingegnerizzata di Salvaguardie commisurate alle fragilità dei siti archeologici e agli impatti degli eventi organizzati nel loro ambito)