L’ultima trovata che ha acceso i riflettori sulla famosa Isola di Capri è quella di pannelli pubblicitari galleggianti davanti alla Grotta Azzurra. Antro naturale antico, conosciuto fin da Tiberio che pose all’interno sculture ritraenti dei, è famosa per la sua colorazione azzurra dovuta ad un gioco di rifrazione della luce solare.
Ma, come tanti luoghi in Campania, ad un certo punto della sua storia recente, dopo secoli di tranquillità e giusto equilibrio uomo-natura, rischia di essere peggiorato dalla “mano” o meglio dalla “mente” umana.

Un progetto, per giunta già presentato due anni fa a cui Legambiente si oppose con successo, è stato riproposto in questi giorni per stendere una barriera galleggiante davanti all’ingresso della Grotta Azzurra, nello specchio d’acqua adiacente, comprensivo di cartelli pubblicitari. E’ tempo di crisi dicono dal Municipio del Comune di Capri, quindi bisogna far cassa, poi con i tagli governativi. E poi la barriera aiuterà i barcaioli ad avere un effetto “lago” davanti la Grotta.
Pace per il paesaggio, per la poesia dei luoghi oltre allo scientifico genius loci che ha permesso attraverso i secoli, il mito dei nostri luoghi più visitati, il vero patrimonio da mettere a sistema, non svilirlo per pochi spicci di pubblicità.
Da circa un secolo i barcaioli capresi con piccole lance in legno entrano nello stretto ingresso della Grotta Azzurra portando centinaia di migliaia di turisti per la visita di questa meraviglia, e da tempo vige la regola di assoluto divieto d’ingresso a nuoto e a motore nello specchio d’acqua adiacente, così da agevolare il lavoro dei marinai e per poter agevolmente visitare l’antro.

Qualche caso d’insubordinazione in verità ci fu, come quando Jacqueline Kennedy Onassis volle tuffarsi verso il tramonto nell’azzurro, mentre l’oste del barretto a terraferma l’aspettava con una grappa di limoni per riscaldarla, insofferente per le regole, ma tutto ciò di sicuro contribuì alla costruzione del mito di Capri. Oserei del nostro Golfo di Napoli, denso di storie recenti e antiche, dove l’attrazione non è data solo dalla natura, dal territorio, ma soprattutto da quell’equilibrio che l’uomo ha saputo trovare con questo territorio, con la costa ed il mare. L’uomo ha modificato le proprie attività modellandole al territorio, trovando un’armonia particolare che è la base della bellezza. Questo è un segno universale, riconosciuto da tutta l’umanità, ecco il turismo! Questo connubio uomo-natura è in pericolo? Si riuscirà a salvaguardare il delicato equilibrio con la sempre più presente dottrina della quantità, del consumo a tutti i costi e che tutto abbia un prezzo, che tutto abbia un valore economico-consumistico?

Il griffare la Grotta Azzurra è indubbiamente darle un prezzo, come con un tabellone pubblicitario in una delle nostre rinomate piazze in centro città: ma allora qual è la differenza? Quale è il confine tra accettabile e non accettabile esteticamente? Si tratta di un processo di banalizzazione dei luoghi, di non comprendere che un sito naturalistico di interesse comunitario (europeo), zona di protezione speciale e sito di alta valenza culturale italiana non può essere banalizzato con una pubblicità, che il nostro territorio ed il paesaggio non può essere inquinato per portare a casa una manciata di spiccioli. Ve lo immaginate il colosseo di Roma con un enorme cartellone pubblicitario per sempre? Perché non sopra i celebri “faraglioni di Capri”?
Noi pensiamo che ci siano altri modi per fare cassa, ci sono valori e patrimoni inviolabili che sono bisogni per questa e per le prossime generazioni. Perché anche il paesaggio e la bellezza dei luoghi sono bisogni umani.    

Il Prof. Nabil Pulita è Portavoce di Legambiente Circolo Isola di Capri.
Michele Buonomo è il Presidente di Legambiente Campania