Intervista a Luigi Campitelli, direttore di BIC (Business Innovation Centre) Lazio

Abbiamo spesso sentito parlare di ”˜incubatori’. Ci può spiegare in linea di massima di cosa si tratta? In particolare, cos’è Bic Lazio?
Gli incubatori, come si può capire dalla parola stessa, sono dei centri che aiutano le nuove imprese nel primissimo periodo della loro attività . Quindi, in origine, erano degli edifici che ospitatavano, solitamente nei primi tre anni di attività le nuove imprese. Ho detto in origine, perché il concetto si sta evolvendo, e sempre più l’accento più che sul fatto fisico dell’ospitalità , si basa sul processo dell’incubazione. Tutti i Bic stanno rafforzando i loro servizi per lo start up d’impresa, a prescindere dalla specifica funzione d’ospitalità . Si parla di incubatori virtuali proprio per questo, perché, con la crescita dei settori economici che si basano sulla conoscenza e sul contenuto, quello che diventa importante è saper affiancare l’imprenditore nella fase di avvio con un sistema di servizi articolato, all’interno del quale può esserci ospitalità , ma dove prioritariamente conta la creazione di una sorta di comunità . Pensiamo che sia questo, di fatto, il vero valore aggiunto principale: costruire comunità d’imprese che possano costruire anche opportunità fra di loro. L’evoluzione stessa di Bic Lazio, in linea con l’esperienza di incubatore promossa dall’Unione Europea nel corso degli ultimi vent’anni, è il frutto di un’azione di sviluppo sul territorio. Si tratta di agenzie di sviluppo come soggetti di partenariato pubblico-privato che svolgono funzioni d’interesse pubblico sulla base delle potenzialità e delle vocazioni che il territorio e il sistema produttivo possono esprimere, e quindi sostenere la creazione e la definizione di un potenziale.

Business Innovation Center è una rete ormai accreditata. Eppure, sempre più di frequente vediamo nascere agenzie di sviluppo o centri specializzati nella consulenza aziendale (soprattutto per neo-imprese). Ma quel è il ruolo di un’agenzia di sviluppo locale e come coordina l’applicazione delle leggi di agevolazione ai neo-aspiranti imprenditori?
Il modello è quello di soggetti di partenariato a interesse pubblico. Ci diversifichiamo rispetto all’assistenza di un consulente, perché l’obiettivo è capire se un utente è davvero in grado di sviluppare un’idea. Se l’accoppiata idea-imprenditore è vincente, allora l’intervento -anche micro- viene collocato all’interno di un contesto economico, imprenditoriale e sociale. In questo senso l’imprenditore viene messo in rapporto alle opportunità effettive che esistono. Costruiamo l’interlocuzione con il potenziale imprenditore cercando di definire punti di forza e di debolezza, e solo a un certo punto si arriva a orientare il nostro utente verso certi strumenti di finanziamento piuttosto che altri. Bic è una prima accoglienza delle idee che poi vengono indirizzate verso le possibilità offerte dagli strumenti della regione d’appartenenza.

Ci siamo resi conto che la parte più difficile è convincere le persone che esistono dei circuiti fatti apposta per aiutarle a formarsi un lavoro. Cosa fa Bic Lazio in proposito?
E’ un problema di comunicazione o ci sono altri limiti? Di certo c’è un problema di adeguamento del linguaggio all’esigenza dell’utenza, non fosse altro per il fatto che parliamo di strumenti essenzialmente giovani. Oggi si rivolgono a Bic Lazio una quantità di utenti che fino a qualche anno fa non avrebbe avuto l’idea di costruire il proprio percorso lavorativo in termini di autoimprenditorialità . C’è una domanda crescente e una necessità di dare risposte modulate nel modo più idoneo, con un quadro informativo di primo livello sul sistema delle opportunità, come nel caso dei siti web, delle campagne d’informazione e comunicazione mirata sui singoli prodotti e servizi. C’è poi la volontà di costruire nei territori momenti di ascolto costante, con l’obiettivo di una lettura coerente delle vocazione del territorio e delle caratteristiche dei soggetti che si presentano sul territorio. Informazione e intervento, perciò. Faccio un esempio citando il programma Università e Impresa che ha il fine di promuovere la cultura d’impresa nei confronti degli studenti universitari, programma che realizza premi per le migliori idee, che sono allo stesso tempo ottimi strumenti di comunicazione. Una gran cassa di risonanza che è anche occasione d’intervento perché a monte ci sono iniziative che noi chiamiamo laboratori. E’ il caso dell’Università della Tuscia di Viterbo che con il programma la Cultura si fa Impresa, ha permesso di porre l’attenzione sulle opportunità nei settori dei beni culturali e del turismo con la presentazione di imprese costituite all’interno di questi stessi settori. Questo ci ha permesso di comunicare ai più giovani cosa significa fare impresa sul territorio. Dobbiamo, quindi, essere in grado di fare informazione unendo anche la concretezza del meccanismo di creazione di attività imprenditoriali.

Dalle leggi ad hoc (come la 29/96) alla mappatura del territorio; dall’elaborazione dei dati alla promozione di servizi per la valorizzazione (come nel caso del turismo e dell’enogastronomia). Tra i servizi offerti agli enti locali e le imprese finanziate c’è un collegamento? O meglio, le neo-imprese rispondo in concreto alle necessità di un segmento di servizio?
Bic Lazio cerca di mettere le imprese nelle condizioni di reggersi sulle proprie gambe. Rispetto all’intervento all’interno di filiere importanti come i beni culturali e altri campi strategici a livello nazionale, si interviene su due livelli: oltre alla singola attività imprenditoriale, si prende in considerazione un livello macro, a partire dai contesti che possono generare impresa. Gli enti locali e i soggetti della cultura hanno particolari ruoli e meccanismi nel promuovere sistemi museali, scavi archeologici e tutto ciò che può rendere attrattivo un territorio rispetto a obiettivi turistici. Si cerca di costruire la cornice di un insieme degli interventi, analizzando quanti più segmenti possano essere concatenati. La nostra attenzione si rivolge alla definizione di un grappolo di attività e servizi ruotanti attorno a un’idea d’impresa, e catturare l’idea nel modo più efficace. Per quel che riguarda i legami, esistono nella misura in cui siamo in grado di dare forza alle comunità, non con noi direttamente, quindi, ma con un sistema di altre imprese che possono diventare partner e collaboratori estesi al territorio.

Vengono impiegati strumenti di controllo e partecipazione in ambito finanziario sulle imprese in via di costituzione?
No, non assumiamo partecipazioni all’interno delle piccole imprese. Il tipo d’intervento è strutturato su servizi di accompagnamento al business planning – come tutoraggio in fase di ospitalità -, ambito all’interno del quale c’è un affiancamento sugli strumenti di tipo economico finanziario, ma non nel senso di dew dilligence. Il nostro target è di micro e piccole imprese, poco strutturate e meno disponibili a seguirci sul terreno della partecipazione, mentre sono più aperte sul terreno della costruzione di opportunità di sviluppo e di cooperazione commerciale. Stiamo, però, sviluppando una nuova linea di prodotti, come il Seed Capital, che prevede un accompagnamento di tipo finanziario più evoluto, con un nostro intervento complementare al coinvolgimento di un partner finanziario. Parlando al momento, comunque, di Bic Lazio, parliamo di un target di micro e piccole imprese che difficilmente superano la dimensione d’investimento di 100.000 – 200.000 euro.

Quale può essere l’impiego di nuovi strumenti finanziari come il Project Financing? Si guarda, ad esempio, con interesse al Venture Capital, o alle reti di BAN. Che obiettivi ha in proposito Bic Lazio?
Bic Lazio è anche un Ban (Business Angel Network), e questa è già una parziale risposta alla sua domanda. Partiamo dal target che le dicevo, con una dimensione più bassa rispetto alla soglia minima per un intervento di Venture Capital, che tocca livelli di circa 1 milione di euro. L’obiettivo di Bic è di rivolgersi a imprese che non possono interessare i venture capitalist, pur andando a coprire quello spazio di sottocapitalizzazione che è in parte costitutivo del sistema delle imprese italiane. Bisognerà, in tal senso, fare degli sforzi perché le giovani imprese nascano con una cultura finanziaria diversa da quella della generalità delle maggior parte delle imprese ancora legate alle banche, attualmente una delle cause del nanismo delle nostre imprese. Pensiamo, da questo punto di vista, di poter svolgere una funzione educativa, mettendo insieme strumenti di finanza e capitale di rischio, con una mentalità adatta alla crescita, anche per rendere le idee appetibili rispetto ai venture capitalist. Con i BA, partner finanziari e di competenze, e grazie a strumenti di Seed Capital, si vuole fare in modo che le piccole imprese possano trovare da noi dei mezzi utili per raffinare conoscenze e individuare canali di sostentamento economico e imprenditoriale.

Che caratteristiche hanno i servizi offerti agli enti locali?
Rispetto al territorio, Bic Lazio, come agenzia di sviluppo locale, si è trovata in più contesti a svolgere il ruolo di attore preposto alla costruzione del piano integrato dell’area, insieme a enti locali, associazioni imprenditoriali, sindacati, università, il mondo del profit e no profit… Costruendo, quindi, una sorta di processo più che un prodotto, risultato di un’individuazione di ruoli, responsabilità e attività espresse sul territorio. Abbiamo avuto esperienze molteplici, dalle aree a vocazione turistica in alcuni comprensori interessati da una legge regionale ad aree rurali caratterizzate da una serie di elementi di forza come l’esistenza di prodotti agro-alimentari tipici, da filiere di reti di sistemi museali alle emergenze architettoniche. Il nostro approccio ha sempre seguito il modello piano integrato d’area, masterplan, campagne di promozione imprenditoriale legate a vocazione specifiche territoriali. In alcuni casi il contesto ha dato modo di re-impiegare le imprese costituite per espletare i servizi necessari al raggiungimento degli obiettivi.
In qualche modo, contribuiamo a dare alle piccole iniziative nate in un particolare contesto una commessa seme per fare in modo che possano avviarsi al lavoro.

Approfondimenti:
www.biclazio.it