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Concepita come un mezzo per incoraggiare la cooperazione culturale tra i Paesi membri dell’Unione Europea -nel settore delle arti visive, arti dello spettacolo, patrimonio culturale, cultura urbana, arte di strada e arti tecnologiche- il programma Città europea della cultura venne lanciato il 13 giugno 1985 dal Consiglio dei Ministri su iniziativa del ministro greco della cultura Melina Mercuri. Da allora l’iniziativa ha avuto sempre più successo tra le città europee e un crescente impatto culturale e socio-economico grazie ai numerosi visitatori che ha attratto nelle città designate.
Le città europee della cultura sono state designate fino al 2004 su basi intergovernative: gli stati membri selezionavano unanimemente le città più adatte ad ospitare l’evento e la Commissione europea garantiva un sussidio per le città selezionate ogni anno. Tale procedura è stata modificata nel 1999 dalla Commissione europea la quale ha previsto a partire del 2005 fino al 2019 una rotazione tra gli Stati Membri dell’Unione europea.
Fortemente contestata dal Parlamento europeo per la sua assenza di trasparenza nella fase di selezione della città finalista, questa procedura è attualmente al centro di un vivo dibattito interistituzionale che rischia di mettere in pericolo l’esistenza stessa di questo prestigioso programma.
Da agosto scorso i dubbi sulla necessità di questo programma europeo sembrano trovare una risposta chiara e definitiva nel Rapporto pubblicato dalla società belga Palmer/Rae Associates “European cities and capitals of Culture”.
Abbiamo chiesto dunque a Robert Palmer di farci una breve sintesi delle conclusioni di questo gigantesco studio, che per la prima volta analizza l’impatto del programma dal 1994 al 2004.
Perché è necessario continuare a sostenere questa iniziativa europea?
La città europea della cultura è un mezzo potentissimo per lo sviluppo culturale di una città . Tale strumento offre delle opportunità nuove ed agisce come un vettore di cambiamento. Tuttavia, lo studio dimostra che il potenziale di questo programma è stato fino ad oggi minimizzato. E’ pertanto necessario valorizzare questa iniziativa, mettere in atto le azioni necessarie per farla diventare uno strumento efficace dell’azione culturale europea, migliorare le procedure di selezione e di amministrazione. A questo scopo è inoltre indispensabile aumentare la dotazione finanziaria esistente.
Quali dovrebbero essere i criteri e le procedure di selezione da adottare?
E’ senza dubbio necessario semplificare e chiarire meglio i criteri di selezione che sono stati previsti dalla Commissione nel 1999. La designazione deve basarsi sulle seguenti quattro priorità : 1. Il valore e l’importanza della cultura e l’esperienza culturale come elemento centrale e unificatore. 2. La sfida dell’integrazione europea e della diversità , la cooperazione culturale e le relazioni dell’Europa con il resto del mondo. 3. il riconoscimento dello sviluppo culturale come forza motrice delle strategie di sviluppo locale e regionale. 4. la sostenibilità dei risultati dopo l’anno culturale.
Quali sono gli ingredienti che garantiscono il successo di una Città europea della Cultura?
Sebbene non esista una formula magica capace di garantire dei risultati positivi, l’esperienza passata dimostra che la definizione di obbiettivi chiari, la designazione di leaders e managers di qualità alla direzione dell’anno culturale, la creazione di un partenariato solido tanto all’interno che all’esterno del settore culturale, l’adozione di un programma culturale locale ed europeo ambizioso e la messa in atto di una comunicazione efficace e capace di dialogare con i diversi pubblici, la creazione di un sistema di monitoraggio e di valutazione nonché la dotazione di risorse finanziarie e umane adeguate devono e