Qualche mese fa Daniele ha trovato casa al Pigneto. Ad un prezzo ragionevole, s’intende. Perché ormai è un po’ di tempo che tutti impazziscono per questo pezzetto di Roma, stretto tra Porta Maggiore e le due arterie Casilina e Prenestina. E quando accade così, si sa, il mercato va alle stelle. Eppure, a cercare bene, qualcosa ancora si trova.
Daniele ”“ che di cognome fa Tabellini ”“ creativo a tutto tondo, designer, art director e direttore associato della rivista-capolavoro Rojo, per esempio ha trovato anche uno spazio per il suo studio. “Ho affittato giusto ieri un locale commerciale in via del Pigneto 281. Adesso è tutto in alto mare, ma lì nascerà  Studio Fupete, finalmente” racconta, un po’ soddisfatto, un po’ emozionato.
Mica facile raccontarlo, il Pigneto. Periferia sui generis, che ormai è a due passi dal centro, nata sul finire dell’800, grazie alle cooperative edilizie dei ferrovieri e tranvieri, inseguendo il sogno di una città -giardino. E l’abusato paragone con quello che accade a New York calza, sì, ma fino da un certo punto. Perché l’esodo degli artisti e il successivo spostamento e concentrazione in una determinata zona di ristoranti e negozi di tendenza è caratteristico della Grande Mela (Chelsea docet), ma nella Roma caput mundi le cose, in fondo, vanno diversamente. A mancare, si direbbe, è la componente sistematica. Ovvero non c’è colonizzazione forzata, né ci sono trasferimenti in blocco. Soprattutto, il quartiere non cambia faccia. Almeno non del tutto. Al di là  del pur sensibile aumento del costo al metro quadro.
Intanto preesistente e nuovi arrivati s’annusano, magari per un po’cozzano, ma poi convivono. Con buona pace di chi stava già  lì e dice che prima, una volta, era diverso. E poi s’abitua. Così, senza soluzione di continuità  si incontrano scorci pasoliniani (il primo ciak di Accattone venne dato poco lontano da qui, in via Fanfulla da Lodi) e locali dal design coloratissimo o minimale: in mezzo c’è una popolazione eterogenea, dal volto noto al libero professionista di successo, al barista che Pasolini lo conosceva, davvero. A tracciare una geografia del quartiere, vince la varietà  in un orizzonte che pare subito familiare. Dai designer della linea di gioielli Ioselliani che hanno lo studio-atelier su via del Pigneto, allo storico Circolo degli Artisti che qualche tempo fa si è trasferito su via Casilina vecchia. Dal negozio di dischi di riferimento per Hip hop Indie rock, Garage, Punk, Hardcore, Elettronica, Goodfellas (in via Circonvallazione Casilina) al parrucchiere Contesta Rock Hair (in via del Pigneto), che ha anche una vastissima esposizione di magazine di moda e lifestyle da tutto il mondo e che organizza spesso mostre ed eventi. Accade al Pigneto, con qualche sorpresa che non t’aspetti. Per esempio scoprire che la casa di distribuzione e di organizzazione eventi che ha l’esclusiva per l’Italia del Cremaster Cycle di Matthew Barney, ha scelto di avere sede proprio qui.

www.ilpigneto.it
www.contestarockhair.com
www.fupete.com