L’impatto delle nuove tecnologie nella vita dei Musei italiani, o dei luoghi deputati alla fruizione tecnico-scientifica e culturale dovrebbe, alla luce delle esperienze condotte negli ultimi cinque anni, indurre una profonda riflessione. Esistono tecnologie sicuramente più mature e trasparenti rispetto ad un recente passato, tecnologie di ausilio alla fruizione che mutuano però esperienze tradizionali e spesso caratterizzate da semplici trasposizioni dal cartaceo al digitale di contenuti dedicati alla divulgazione. Contenuti che nascono spesso per un unico target e che non prendono in considerazione esigenze di approfondimento o l’adattamento a sistemi di tipo multicanale.
La tecnologia oggi è molto più matura, meno costosa e supportata da professionalità  consolidate, anche se rimangono rari i casi di “esperti” della comunicazione che tentano strade innovative (e meno sicure) in un’ottica che esca dai canoni della “buona presentazione” dei contenuti. Non si prende quasi mai in considerazione la portabilità  dell’informazione ed il modello dell’utente è sempre troppo generico, privo cioè dei suoi caratteri distintivi e anche dei suoi limiti che possono essere anche di tipo sensoriale e motorio.
Si tenta quasi sempre la strada della “bella presentazione”, spesso rigidamente inserita in tecnologie moderne, ma rigide e prive di interattività  (se non per piccoli esempi di scelta delle risorse o dei percorsi di fruizione). Sono ancora pressoché assenti le tecnologie mobili e la scalabilità  delle soluzioni stand alone ha dimostrato profondi limiti soprattutto rispetto alla personalizzazione e all’aggiornamento dei contenuti.
Quando tre anni fa abbiamo pensato il progetto MultiMuseo per il Museo Nazionale del Cinema di Torino abbiamo affrontato i bisogni dell’ente museale, ma anche quelli dei fruitore, lavorando molto sull’usabilità  del mezzo, dell’applicativo e dei contenuti.
Il mezzo era un palmare in rete Wi-Fi, già  obsoleto durante la sperimentazione (grazie alla ben nota legge di Moore), che andava a integrare la fruizione via web già  studiata per essere multicanale, dinamica, semplice e usabile. La longevità  della soluzione adottata per il web ha dimostrato che il nostro approccio era corretto. Comunicare invece che semplicemente presentare. Senza dimenticare comunque la piacevolezza dell’interfaccia grafica. Donare suggestioni per avvicinare l’utente sia prima sia dopo al mondo del museo che deve essere percepito sempre come “vivo”, “friendly” e in movimento.
Sulla guida multimediale realizzata solo in forma di prototipo sono intervenuti fattori comuni anche ad altre esperienze nazionali ed internazionali: ristrettezze di tipo economico e logistico e assenza di piani di sostenibilità  economica ne hanno impedito la trasformazione in servizio. La gestione di un sistema informativo per semplice che sia è qualcosa di complesso. Nel caso di un museo o di un contesto di fruizione culturale la situazione si complica. Esso va ben progettato ed inserito all’interno della “struttura” stessa del museo come un elemento fondamentale per la gestione e valorizzazione del patrimonio culturale. Il sistema informativo diventa la voce del Museo. Diventa una porta d’ingresso autorevole che va gestita sempre sotto il regime dell’innovazione e della flessibilità .
La sperimentazione MultiMuseo per la sua parte wireless (Wireless Museum) era molto avanzata per l’epoca. Non ha visto la luce un servizio vero e proprio, ma se dobbiamo trovare un buon risultato della sperimentazione dobbiamo dire che molti ne hanno parlato e che molti hanno basato il loro percorso di studi e professionale sull’esperienza condotta al Museo Nazionale del Cinema. Questo è già  un grande risultato. Il paradosso è che sia rimasta a distanza di anni una sperimentazione unica nel suo genere.
Impostare oggi un progetto per la realizzazione di strumenti digitali per la fruizione culturale e museale deve necessariamente passare per una progettazione basata sull’utente e sulle esigenze di comunicazione, preservando le esigenze e le opportunità di condivisione e di dialogo con altre esperienze in ambito Cultura & ICT.
E’ necessario affidare il lavoro a specialisti della comunicazione e del marketing culturale, considerando le tecnologie quello che sono, non una costante, ma una variabile. Vanno studiati ambienti piacevoli graficamente (anche artistici), ma usabili e basati su interazioni utili ed efficaci (non troppa arte, non troppo gioco). Va introdotta l’idea di “sistema”, una miscela innovativa fatta di contenuto (adattato ai singoli canali e al contesto), tecnologia, usabilità, reti di relazione, strumenti e tecniche di fidelizzazione, condivisione di linguaggi, standard diffusi e condivisi. Vanno consolidate le buone prassi e favorito il dialogo con l’utente che ormai è abituato ad agire come attore nel palcoscenico dell’informazione e ad interagire con tecnologie anche complesse, ma semplificate da un uso quotidiano e ritualizzato.
Avere sistemi di riferimento -non solo tecnologici- consente la generazione di reti di relazione, di trasferimento tecnologico, di strumenti più efficienti ed efficaci in cui il dispositivo/canale utilizzato è la variabile, ed il focus è il contenuto personalizzato per i diversi fruitori. Una sfida carica di incognite, ma un passo necessario per un rapporto sereno e maturo tra la cultura e le nuove tecnologie.

Museo del cinemawww.museonazionaledelcinema.org
Dal luglio 2000 il Museo Nazionale del Cinema è aperto al pubblico nel monumento simbolo della città di Torino, la Mole Antonelliana. Il percorso espositivo ha una superficie complessiva DI 3.200 metri quadrati ed è articolato su cinque livelli: l’Archeologia del Cinema, la Macchina del Cinema, la Collezione dei Manifesti, le Video installazioni e la grande Aula del Tempio. Il Museo propone, in un allestimento spettacolare, gli oggetti della ricca collezione della Fondazione Maria Adriana Prolo: lanterne magiche, scatole ottiche, fotografie, disegni, bozzetti e molti altri oggetti curiosi.

Andrea Toso è responsabile Media Factory per CSP Innovazione nelle ICT e docente di Informatica a Nuovi Media presso Scienze della Comunicazione di Torino. Capo Progetto per MultiMuseo Museo Nazionale del Cinema di Torino (2003). www.csp.it