Da una collaborazione tra il Dipartimento di studi Urbani del Massachusetts Institute of Technology (MIT) e la Facoltà  di Architettura dell’Università  di Venezia (IUAV) è nato nel 2003 il progetto History Unwired, il cui obiettivo è proprio quello di far conoscere al turista non solo le bellezze architettoniche e culturali di Venezia, ma anche la città  con i suoi abitanti e le sue sfide verso la modernità  ed il futuro. Il progetto è iniziato con una prima fase sperimentale (2003-2004) nella quale sono state utilizzate apparecchiature di telefonia mobile e palmari per consentire al turista di conoscere i quartieri meno noti della città . L’esperimento ha preso come spunto la scoperta del quartiere Castello attraverso le testimonianze di 5 abitanti che rappresentano anche 5 professioni artigiane tipiche di Venezia. C’è ad esempio il pescatore, che spiega l’arte di costruire le barche, ma parla anche dei problemi del quartiere o suggerisce una buona trattoria fuori dai classici circuiti per turisti. History Unwired si presenta quindi come un documentario multimediale che guida il visitatore attraverso uno dei sentieri meno conosciuti della città  ed utilizza le nuove tecnologie WiFi per mettere in contatto il visitatore con le persone, gli eventi e la storia della città .
Il progetto nasce dall’idea di due ricercatori del MIT, Michael Epstein, direttore creativo, e Filippo Dal Fiore, project manager, ed è stato portato a compimento grazie al lavoro di un gruppo internazionale di giovani ricercatori e grazie ai finanziamenti dalla Regione Veneto. L’iniziativa è ospitata dallo IUAV (Istituto Universitario di Architettura di Venezia) e rappresenta il frutto della collaborazione non solo con il Department of Urban Studies and Planning del MIT, ma anche con La Biennale di Venezia e Design Continuum di Milano, sotto la supervisione scientifica del professor Pier Luigi Sacco dello IUAV.
Il target di History Unwired è quello del turista culturale di medio-alto livello, che vuole conoscere la vita locale della città  e scappa dai luoghi sovraffollati del turismo di massa. Un primo risultato raggiunto è stato quello di adottare una progettazione basata sull’utilizzo delle nuove tecnologie e su delle modalità  bottom up (e non push), che partono cioè dal basso. Questo è stato possibile grazie ad un’indagine conoscitiva delle esigenze non solo del target dei turisti, ma anche della comunità  locale e degli stakeholders i quali sono stati individuati, divisi in focus group ed intervistati in merito all’idea progetto. E’ stato così possibile rivedere la figura tradizionale del turista, ripensandone il ruolo, da oggetto a soggetto attivo portatore di conoscenza.

History Unwired ha consentito inoltre di comprendere come le tecnologie mobili di comunicazione WIFI possano incidere sul modo in cui le persone, a Venezia, fruiscono dell’informazione; le reti wireless coprono sempre più punti della città  e ciò significa che presto, tutti saranno in grado di connettersi a Internet senza fili. L’informazione potrà  essere filtrata per la localizzazione dell’utente, il quale potrà  ricevere risposte immediata a domande del tipo “Dove si trova l’albergo più vicino?”o “A quale palazzo mi trovo di fronte?
Il coinvolgimento della comunità  locale appare in questo senso quanto mai necessario per pianificare la gestione di questa nuova tecnologia in varie direzioni, come ad esempio nel dissuadere il turismo “mordi e fuggi” o nel promuovere lo scambio delle conoscenze su temi di interesse comune tra turisti e cittadini locali. Se dalla fase sperimentale il progetto passerà  ad una fase operativa, sarà  possibile offrire ai turisti un sistema informativo del territorio completo, dove Venezia diventerà  una città -laboratorio per lo scambio e la sperimentazione. E dove i turisti saranno i cittadini dinamici della comunità globale.

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