Metro B, tutti in fila, seguiamo l’ombrello rosso. Ecco il Colosseo. Click click, due foto e si prosegue. Passo svelto e orecchie sempre tese all’ascolto. Fori Imperiali, Arco di Costantino, Arco di Tito. Un salto in un bar. Un’occhiata a piazza di Spagna. Click click. Di fretta per via del Corso, destinazione l’ennesima chiesa. Entriamo. La mia attenzione è rivolta ad una statua d’angelo. Le sue ali così nervose e il suo volto così espressivo. Ci sarà la mano di un grande artista, penso. Ma non c’è tempo per leggere la targhetta descrittiva. L’autobus ci aspetta. E’ finita la gita turistica. Abbiamo divorato 7 chiese, 14 piazze, 5 palazzi, e tanto altro. In soli 4 giorni. Eravamo a Roma. Il mio ricordo è di una città insolita dove Tutto può diventare Niente se gli occhi, il corpo e la mente non sono liberi di ascoltare e di ascoltarsi.

L’era del turismo fast è finita. Per molti. Soprattutto per chi ha deciso che vivere una città d’arte e di storia significa ripercorrerla come facevano gli studiosi del Settecento: lentamente, a piedi e con curiosità .
Il nuovo modello di fare turismo si chiama trekking urbano e ha lo scopo di avvicinare luoghi e persone. Si pratica da circa tre anni ed è un’invenzione dell’Assessore al Turismo del comune di Siena, Donatella Cinelli Colombini, che nel 2002 ha pensato di sperimentare un nuovo modello di fruibilità turistica, meno strutturato e lontano dai circuiti famosi.
Quest’anno, in occasione della II giornata nazionale del trekking urbano intitolata “Scalando le mura”, ben 60 mila persone hanno deciso di far parte del popolo dei trekker, alla scoperta di monumenti d’arte poco conosciuti.
Il trekking urbano ha le stesse caratteristiche del trekking escursionistico: i tempi di percorrenza sono lunghi, ci si ferma per emozionarsi davanti ad un paesaggio eccezionale, la sorpresa è un fattore costante. Solo così si può godere il monumento come un evento psico-emotivo intenso. Gioire della la bellezza delle forme, apprezzare l’idea creativa di un artista, sorprendersi di fronte ad un architrave audacemente aggettante, ad un portone finemente decorato.
Il percorso del trekking è descritto in un depliant in cui la bandiera verde indica il punto di partenza e quella rossa il punto d’arrivo. Lunghezza, punti panoramici, difficoltà dell’itinerario e oggetti di sopravvivenza urbana completano il breve opuscolo. Una persona esperta e attenta fa da guida al gruppo dei trekker. Non serve altro. Solo tanta voglia di camminare, osservare, ascoltare. Non solo le cose raccontate ma le emozioni che le immagini suscitano. E’ un passatempo-disciplina che può essere praticato tutto l’anno e in qualsiasi ora del giorno. Non c’è limite di età ed è un ottimo modo per fare sport. Una palestra all’aperto in cui ognuno può scegliere il proprio percorso, differenziato per tema e per impegno fisico.
Il turista che cammina ha la possibilità così di creare un rapporto intimo, emotivo e partecipato con la città . E oltre a godere del monumento il trekker ha la possibilità di metterlo in relazione con il suo contesto, di collocarlo in un ambito più complesso fatto di strade, di botteghe artigiane e alimentari, di case e di profumi.
Il manifesto del trekking racconta: “Città dove il tempo diventa materia, dove la civiltà è vissuta nel quotidiano dei piccoli gesti. Città da capire percorrendole a piedi al ritmo degli uomini che le hanno costruite molti secoli fa. Città che si propongono a residenti e a visitatori come luoghi salubri, dove coltivare il benessere della mente e del fisico anche attraverso il ritorno alla velocità del passo umano. Città che vogliono farsi godere con lentezza e passione perché amano l’uomo e dagli uomini sono amate”.

Una nuova filosofia del turismo d’arte, dunque. Un modo per unire benessere e cultura, un approccio alla conoscenza di luoghi ignoti. Ma è solo l’inizio. Per quelli che sapranno riconoscere le proprie emozioni in relazione agli elementi urbani il passo successivo è la deriva psico-geografica inventata dal situazionista Guy Debord nel 1950. Nella deriva non c’è guida, non c’è destinazione, non c’è percorso prestabilito. Il montaggio libero delle proprie emozioni sarà l’unica guida per attraversare la città.

Approfondimenti:
www.comune.siena.it/main.asp@id=1430

www.apt.trento.it/italiano/trekkingurbano.htm
www.finesettimana.it/speciali/spec_trekking_05.html