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Intervista a Pialuisa Bianco, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles
Qual é la missione dell’Istituto Italiano di Cultura a Bruxelles ?
L’Istituto italiano di cultura, dovrebbe suggerirlo l’intestazione stessa, rappresenta nella capitale d’Europa la Cultura italiana. E’ un compito istituzionale di grande responsabilità , giacché esso è svolto in nome della Repubblica Italiana in una sede strategica per il nostro ruolo internazionale. Senza contare che la Cultura, il vero soft power del nostro tempo, pone l’Italia in una condizione privilegiata e tuttavia onerosa. Nessun altro paese al mondo può rivendicare l’ampiezza e la longevità della nostra tradizione culturale, il che ci obbliga ad entrare nell’arena e ad esercitare quel prezioso soft power. E’ un compito difficile, ma esaltante, nel quale occorre accoppiare equilibrio e audacia, rispetto profondo dell’Istituzione in nome della quale si agisce e capacità innovativa.
Quali sono i rapporti di cooperazione con gli altri istituti di cultura presenti a Bruxelles?
Nella capitale d’Europa esiste un organismo multilaterale che raggruppa tutti i principali istituti di cultura dei vari paesi europei e del quale l’Italia è membro fondatore. Questo organismo se ben diretto può diventare oltre che un fruttuoso terreno di scambio tra culture europee, vecchie e nuove, un terreno di negoziato e proposizione di iniziative culturali di alto livello e condivise da punti di osservazione nazionali e specifici.
Quale é un tesoro nascosto in Italia che consiglierebbe di visitare?
E’ una risposta impossibile: l’Italia pullula di siti di eccezionale valenza culturale e farne una graduatoria sarebbe sciocco. Da Venezia a Roma, da Firenze a Napoli, da Castel del Monte a Verona, alla magia siciliana e così via: ciascuno può scegliere un punto di inizio ma non di arrivo di un viaggio culturale senza eguali.
Ci sono degli artisti italiani in Belgio (teatro, danza. moda) che meriterebbero di essere più valorizzati?
Bruxelles e il Belgio ospitano personalità artistiche e culturali di varia estrazione, essendo un crocevia del nostro tempo: è un paese sollecito alla valorizzazione dei talenti e ansioso di interscambio culturale. Tra i nostri intenti esiste certamente quello di scoprire e valorizzare i talenti italiani annidati qui, ma non dobbiamo cadere nella superficialità di promuovere tutto ciò che è italiano solo perché è italiano. Una selezione rigorosa è la chiave del successo della nostra immagine contemporanea.
Cosa vuol dire per lei « Dolce Vita» ? E’ possibile parlare ancora di « Dolce Vita » a Roma ?
La “Dolce vita” è per me il passato remoto, un passato del quale non posso avere che memoria indiretta e tramandata attraverso i documenti storici. Capisco che vista alla distanza, e depurata della nostalgia, essa resta una stagione in cui si mescolarono creatività e voglia di dimenticare, gioia di vivere e sperimentazione, accidia vitellona e acutezze intellettuali: un po’ per tutto questo si tratta di una stagione irripetibile, nonostante qualche malinconica traccia sia restata nel cuore dei romani. Dolce vita, good life come dicono gli americani, oggi è una definizione negativa, descrive la lentezza europea, la mancanza di competitività , la marginalità di un modo di affrontare l’esistenza che è sinonimo di decadenza. Evviva dunque la dolce vita italiana dei Cinquanta e via dalla good life dell’inizio secolo.
Nel suo guardaroba privilegia sempre la moda italiana ?
Sì mi piace la moda italiana, è un segno di distinzione, ma mi piacciono altrettanto John Richmond, Donna Karan, Stepan Kelian: altrettanti segni di distinzione. Detto ciò non seguo la moda, che è sempre banale. Amo lo stile e niente è più personale dello stile.
Quali sono i luoghi italiani a Bruxelles che nessuno straniero dovrebbe mancare?
Cucina, vino, moda, design, gallerie d’arte di marchio italiano sono tra le ricerche più raffinate anche a Bruxelles: scoprirli è un piacere, ma non chiedetemi nomi e indirizzi.non sono e non voglio essere una guida Michelin.
Pialuisa Bianco è direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles
Rue de Livourne, 38 – 1000 Bruxelles
Tel. 02/533.27.20
Fax. 02/534.62.92
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