Intervista ad Arnaldo Cecchini, direttore dell’Associazione Nazionale Città in Gioco

L’associazione esiste ormai da quasi tre anni. Potete fare un bilancio della vostra attività  fino ad oggi?
Il bilancio è positivo. Ma meno di quanto potrebbe essere. Abbiamo un interessante sito web, abbiamo fatto crescere la Giornata Mondiale del Gioco in molte realtà , abbiamo prestigio e simpatia. Eppure non decolliamo. Ancora è vero che “il gioco e circondato dal discredito” e dunque si fa fatica a far capire che è invece una delle attività  umane più nobili e necessarie. E dunque a motivare le Amministrazioni a considerare il gioco come parte essenziale della loro politica. Va meglio di quanto potrebbe andare, ma il bilancio è negativo.

In che modo hanno risposto le pubbliche amministrazioni al vostro appello? Quali sono state le città  più ricettive?
Bene, ma con esitazioni; è difficile convincere un Assessore a portare in Consiglio l’adesione alle “città  in gioco”: in futuro basterà  una delibera di Giunta e questo dovrebbe facilitare il nostro compito. Tutte le città  di Giona si stanno muovendo, Torino, Bergantino, Jesi, Ostini, Ravenna, la Provincia di Pesaro in prima fila.

Esistono associazioni analoghe di respiro europeo?
Non esattamente; ci sono le “città  educative”, ma non sono espressamente rivolte al gioco. Ci sono associazioni devote al gioco (come la ITLA International Toys Libraries Association che ha promosso la Giornata Mondiale del Gioco), ma non sono composta da città  ed amministrazioni locali.

Le iniziative ludiche possono veicolare un’immagine diversa di un territorio? Possono cioè, stimolare il cosiddetto marketing territoriale?
Non so se l’espressione marketing territoriale mi piace (anzi non mi piace): il territorio non va venduto. Il territorio deve diventare un “ambiente” propizio allo sviluppo locale, che è economico, ma solo se è anche sociale e culturale, solo se è sostenibile. E dunque la risposta alla domanda “serve il gioco a favorire uno sviluppo locale sostenibile?” è senza dubbio si.

Il gioco e la cultura possono andare d’accordo?
Per Huizinga e Caillois gioco e cultura vanno insieme: il gioco è una dei fattori chiave della cultura, come attività  “gratuita e piacevole” il gioco è cultura.

Quali sono i progetti in cantiere in questo momento?
Una partecipazione forte e visibile al raduno europeo dei Ludobus di Torino a Novembre; un concorso nazionale per la bandiera e l’inno del gioco; la diffusione del “manifesto del gioco”; iniziative di solidarietà  per favorire il diritto al gioco nelle zone di conflitto. Seguiteci sul nostro sito e premete sui vostri amministratori!

La Giornata Mondiale del Gioco
La Giornata mondiale del gioco è un’iniziativa dell’Associazione internazionale delle Ludoteche (ITLA) e ha come obiettivo quello di celebrare il diritto al gioco, ricordando e ribadendo quanto sancito nella Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo delle Nazioni Unite, all’articolo 31: «Gli Stati parti riconoscono al fanciullo il diritto al riposo ed al tempo libero, di dedicarsi al gioco e ad attività  ricreative proprie della sua età  e di partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica. Gli Stati parti rispettano e favoriscono il diritto del fanciullo di partecipare pienamente alla vita culturale ed artistica ed incoraggiano l’organizzazione, in condizioni di uguaglianza, di mezzi appropriati di divertimento e di attività ricreative, artistiche e culturali.»

www.ludens.it
www.itla-toylibraries.org