Il progetto “Le mostre eterne” si pone l’ambizioso obiettivo di abbattere le barriere spazio-temporali che spesso impediscono o limitano l’accesso alla fruizione delle esposizioni d’arte. Come nasce l’idea di uno spazio web progettato per estendere all’infinito il “tempo” di una mostra?
Il titolo del progetto è l’esatta definizione dell’idea: le mostre temporanee hanno una durata limitata di 2/3 mesi, noi vogliamo renderle eterne. Nella galleria senza tempo vorremmo esporre tutte le mostre che hanno “perso” sia lo spazio fisico, quello espositivo, sia quello divulgativo dei siti web istituzionali, dei cataloghi e delle brochure.
Attualmente le prime due mostre “per sempre” sono “Mirò per l’eternità , una mostra destinata a durare” e “Picasso, oltre il tempo”, entrambe rappresentano la trasposizione virtuale di esposizioni di gran successo, allestite nella Villa Olmo di Como.

La fruizione tramite internet delle opere d’arte non può -né deve- porsi come sostitutivo della fruizione diretta. Tuttavia, tramite un utilizzo intelligente delle tecnologie digitali e telematiche, si può costruire un’esperienza di alto valore, emotivo e scientifico. Come si rapportano tra loro questi due diversi approcci (la visita reale e quella virtuale)?
La visita virtuale non può sostituire quella reale, tuttavia non è possibile visitare tutte le belle mostre organizzate in Italia. Noi pensiamo che attraverso la realtà  virtuale fotografica è possibile restituire alcune delle “dimensioni” proprie di un’esposizione artistica: quelle spaziali, temporali, culturali, cognitive ed emozionali. Il contatto del pubblico con l’oggetto d’arte, esposto virtualmente in una cornice allestita ad hoc, è a trecentosessanta gradi, grazie alla fotografia e investe la fisicità . Ma non solo. Il contatto investe la conoscenza e l’apprendimento grazie ai commenti dell’audioguida, e investe la sfera emozionale grazie alla sensazione di immersione nell’ambiente e di vicinanza all’opera d’arte.

Parlateci un po’ del feedback. Qual è stata la risposta del pubblico, sia in termini quantitativi che qualitativi?
Il pubblico ha accolto con entusiasmo il progetto e ci ha incoraggiati a continuare. Nel periodo di lancio della prima mostra dedicata a Mirò abbiamo avuto buoni risultati, considerando anche il fatto che l’accesso è completamente gratuito.

In che modo, secondo la “filosofia” di Sophie, la tecnologia può essere d’ausilio al mondo dei Beni Culturali?
L’utilizzo della multimedialità  e della virtualità  applicata al patrimonio culturale va vista come un’opportunità : la possibilità  di estenderne la fruibilità  superando i confini geografici e, in questo caso, anche temporali. Un modo per il pubblico di arrivare alle ricchezze dell’arte e della cultura dove diversamente non arriverebbe. Una possibilità  di vedere e conoscere senza doversi spostare fisicamente. E non solo. La tecnologia può diventare strumento per avvicinarsi alla cultura in una modalità  diversa e più ricca di interpretazioni.

Avete progettato anche un portale dedicato alla Bovisa di Milano. Un sito web per un quartiere. Quali gli obiettivi di questa iniziativa?
Gli obiettivi principali del portale sono la promozione culturale, sociale e commerciale del quartiere. Questo in un’ottica bidirezionale: la Bovisa offre servizi a se stessa, ai suoi abitanti e, contemporaneamente, la Bovisa che offre servizi alla città  di Milano. Il quartiere di una periferia in piena crescita ha bisogno di “parlare” e di mostrarsi come parte importante della città  intera. Le sezioni e le rubriche del portale vogliono raccontare questo continuo mutamento del quartiere che si sta trasformando da ex area industriale in cittadella della tecnologia e dell’arte, grazie al Politecnico e, probabilmente, all’Accademia di Brera che avrà in Bovisa una nuova sede.

www.lemostreeterne.it
www.sophie.it
www.milanobovisa.it

Francesca D’Alonzo è responsabile esecutivo di Sophie srl.