Per farlo vari interlocutori, tra cui dodici fondazioni europee e statunitensi, hanno confezionato un progetto-contenitore che ha come obiettivo la trasformazione ed il cambiamento in una prospettiva che sposa il livello transnazionale con quello locale. Le comunità  partecipanti al progetto, la zona Nord di Antwerp in Belgio, l’area North East Inner City in Irlanda, in Filandia, Kristinestad, Mannheim-Neckarstadt-West, in Germania, Mirafiori e Parella a Torino, e Tuzla-Simin Han in Bosnia and Herzegovina partecipano impostando piani operativi ed infrastrutturali, assieme a realistiche strategie di fund-raising, per ricucire ferite urbane e sociali in vista di uno sviluppo che sia sostenibile.
Yepp altro non è che una strategia ben definita e resa fattibile: la strategia del cambiamento. Le parole chiave? Sviluppo umano, partnership intersettoriali ed internazionali, senso e rispetto della comunità . Il mezzo attraverso il quale si è pensato di procedere è contenuto tutto in un termine empowerment declinato nella realtà  in tutte le sue possibili forme -responsabilizzazione dei singoli, della comunità , delle strutture che operano nel campo del sociale, dell’istruzione, della cultura, della politica- unico modo per aggirare il rischio retorica.
Nell’ambito di Yepp, numerose le progettualità  avviate che, dopo aver mosso i primi passi, adesso camminano da sole ed hanno contribuito a elevare il senso di appartenenza degli abitanti dei quartieri. Alcuni esempi: a Torino Mirafiori, un incubatore artistico raccoglie le strutture più varie che operano sul territorio: dalla associazione legata all’ambientalismo, ai gruppi artisti di graffiti, passando per le scuole dell’obbligo. Risultato: il progetto di una tv di comunità , MirafuoriTV- Videocommunity in cui gruppi creativi e film-maker sono affiancati ai cittadini per sviluppare, produrre e diffondere programmi televisivi dal territorio.
A Neckarstadt-west, Community Art lavora sull’identificazione della comunità  sociale di appartenenza attraverso l’arte come in “Mostri amichevoli” campo giochi in legno scolpito da un artista aiutato dai ragazzi del quartiere. Ed ancora sparsi in tutta Europa, progetti di street parties, di riviste di quartiere, animazione di strada da parte degli abitanti, dei genitori, degli insegnanti perché si ricrei davvero il senso di legame con il quartiere, col luogo in cui si vive ed i propri vicini di casa. La partecipazione attiva dei cittadini è richiesta, anzi costituisce la premessa principale.
Bandito l’atteggiamento di attesa passiva degli eventi ed il vittimismo, spazio ampio è restituito alla capacità  dei singoli, alla libera iniziativa attraverso iniziative in cui l’arte, la sostenibilità  e l’educazione sono i fili rossi che congiungono i progetti messi in campo. I meccanismi capaci di farli funzionare con successo sono l’interazione di diverse discipline ed attori. Ed anche la decisa, convinta partecipazione di soggetti pubblici e privati, non profit e profit, di imprese-spesso grandi nomi, legati al target dei giovani- che riescono a risolvere i problemi legati all’esclusione e al malessere sociale.
Tra i vari obiettivi del progetto Yepp, uno sembra essere perfettamente centrato: diffondere le pratiche ideate ed adottate in altre città , afflitte dalle stesse problematiche sociali ed economiche – disoccupazione, delinquenza, difficile integrazione degli immigrati, bassi livelli di scolarità  o di formazione specifica. La tanto decantata “replicabilità ” di pratiche e modelli ha un indirizzo preciso: le periferie delle metropoli europee.

www.yepp-community.org
www.neckarstadt-west.de
www.videocommunity.net