L’ultima tendenza in fatto di turismo riguarda la tutela del paesaggio, inteso come ambiente naturale incontaminato, rimasto sostanzialmente immutato nel tempo, e poco toccato dall’impatto negativo dello sviluppo edilizio contemporaneo. Insomma un ritorno alla natura, in luoghi dove non esistono strade percorribili ad alta velocità  e dove i piccoli comuni sono sempre meno popolati. Ma esistono ancora, nel XXI secolo, questi luoghi? Sembra di si, almeno nel nostro Paese. E proliferano le associazioni e i movimenti che cercano di preservarli, facendoli conoscere ad un turista attento e responsabile, interessato a tutto ciò che non rientra negli itinerari turistici tradizionali. Stiamo parlando del cosiddetto turismo responsabile o ecoturismo. Si tratta di un approccio diverso al viaggio di piacere, nato alla fine degli anni Ottanta e caratterizzato da una duplice preoccupazione: per l’ambiente dei luoghi e per il benessere delle popolazioni che vi abitano. Nella maggior parte dei casi, l’espressione viene utilizzata con riferimento al turismo nei paesi del Terzo Mondo o in via di sviluppo, dove si concentrano una parte essenziale del patrimonio ambientale del pianeta (che l’ecoturismo si ripromettere di preservare) e, spesso, popolazioni in difficoltà  (che l’ecoturismo si ripromette di aiutare).
Il WTO definisce l’ecoturismo “un turismo in aree naturali che deve contribuire alla protezione della natura e al benessere delle popolazioni locali.” La novità  sta nel carattere responsabile ed etico: non si tratta più di turismo di massa che invade le città  d’arte o le più note località  di mare o di montagna, ma di un turismo attento al rispetto delle culture locali, che contribuisce alla conservazione e alla protezione dell’ambiente. Lo sviluppo di un turismo di questo tipo significa garantire la soddisfazione di aspettative economiche e di esigenze ambientali, quindi ecologicamente sostenibile nel lungo periodo, economicamente conveniente, eticamente e socialmente equo nei riguardi delle comunità  interessate.
In Italia negli ultimi anni è stata creata una categoria dei Comuni ecoturistici d’Italia, che riguarda i piccoli centri con un numero massimo di 12.000 abitanti. Si tratta di una vera e propria certificazione di qualità  offerta dall’Associazione Ecoturismo Italia, che viene assegnata a quei comuni che ne fanno richiesta e che si impegnano a stendere un piano strategico di sviluppo ecoturistico, oltre alla raccolta di dati sul territorio ed alla costituzione di un forum locale composto da amministratori, liberi cittadini associazioni. I vantaggi per i comuni sono prima di tutto la consulenza tecnica di esperti in ecoturismo, e poi una maggiore visibilità  e la valorizzazione delle potenzialità  e delle risorse locali.
La provincia di Teramo, e in particolare il comune di Cortino alle pendici del Gran Sasso, sono invece i protagonisti di un progetto pilota di valenza europea dal nome “Il Sentiero adottato: i frutti del bosco”. Si tratta di un progetto partito nel 2004 finanziato dal programma d’iniziativa comunitaria Interegg IIIC per lo sviluppo del turismo sostenibile “Ecoturismo luoghi e tradizioni“. Nell’iniziativa sono coinvolte le istituzioni di nove Paesi dell’Unione: Italia, Grecia, Lituania, Cipro, Croazia, Germania, Portogallo, Spagna e Svezia. Al progetto pilota partecipano: la Provincia di Teramo, il Comune di Cortino, il Parco Gran Sasso Monti della Laga e Sviluppo Italia Abruzzo.
Il Sentiero adottato. I frutti del bosco è un’iniziativa finalizzata alla creazione di nuove opportunità  di crescita e sviluppo turistico nel comune di Cortino. Il tutto nel rispetto dei principi di uno sviluppo sostenibile, non impattante e rispettoso delle realtà  nelle quali si interviene. Il progetto prevede diverse iniziative tra le quali la creazione di un centro per l’accoglienza turistica tematizzato, incentrato sulle principali tradizioni del luogo, quindi sul bosco e i suoi frutti; un itinerario didattico per la comprensione dell’importanza del bosco e per conoscere le caratteristiche dei funghi; un laboratorio gastronomico per valorizzare le tradizioni culinarie legate alla raccolta e alle ricette tipiche.
Il progetto pilota si inserisce in un “circuito virtuoso” attivato nell’ambito del programma Interreg IIIC per la cooperazione e lo scambio di modelli di sviluppo tra i paesi dell’Unione Europea. Tutto il territorio di Cortino, grazie all’iniziativa, sarà coinvolto in questo percorso di collaborazione e condivisione di esperienze a livello comunitario. Elemento distintivo del “Sentiero Adottato” è inoltre la partecipazione attiva e il coinvolgimento della popolazione locale in ciascuna fase dell’iniziativa, perché nessuno meglio degli abitanti conosce le risorse, le tradizioni e i punti di forza dei luoghi in cui vivono.
La sostenibilità del turismo richiede che esso integri l’ambiente naturale, culturale e umano, che rispetti gli equilibri spesso fragili che caratterizzano molte piccole comunità. Pensando prima di tutto al turista, ma senza dimenticare il cittadino. Perché ogni turista consapevole è prima di ogni altra cosa un cittadino responsabile.

www.ecoturismo-italia.it
www.interreg-ecotourism.net/pilot-projects/pproject-ita.php
www.ifruttidelbosco.it