Quando è nata Ducati e quali sono state le tappe salienti della sua storia?
La Ducati venne fondata nel 1926 dai fratelli Adriano, Bruno e Marcello Cavalieri Ducati. La prima sede si trovava nel centro di Bologna, e si trasferì a Borgo Panigale nel 1935. La prima produzione era imperniata sulla realizzazione di componenti elettrotecniche (condensatori), e successivamente anche apparecchiature radio, rasoi, macchine fotografiche. La produzione venne convertita per scopi militari durante la Seconda Guerra Mondiale, e la fabbrica venne distrutta nell’ottobre 1944. A guerra finita, i fratelli Ducati decisero di affiancare la produzione di un micromotore da applicare sui telai delle biciclette dell’ epoca, per risollevare le economie della azienda, pesantemente danneggiata. Fu così che nel 1946 venne prodotto il Cucciolo, primo prodotto a due ruote della Ducati. Nel 1948 la Ducati viene ceduta alle Partecipazioni Statali, e rimase sotto il controllo del governo italiano fino al 1985. Nel 1954 la Ducati viene divisa in Ducati Meccanica (l’ attuale Ducati Motor Holding S.p.A.) e la Ducati Energia. Sempre nel 1954, viene assunto in Ducati Fabio Taglioni, l’ ingegnere di Lugo di Romagna al quale si devono tutte le caratteristiche tecniche che ancora oggi contraddistinguono Ducati. Nel 1956 Taglioni adotta il sistema desmodromico sui motori da corsa, e nel 1971 nasce la prima moto bicilindrica della Ducati, la 750 GT. Nel 1972 i piloti Smart e Spaggiari conquistano la vittoria alla 200 Miglia di Imola, e nel 1978, Mike Hailwood © vince il Tourist Trophy all’ Isola di Man. Nel 1985 la Ducati è acquisita dal Gruppo Cagiva (l’ attuale MV Agusta Group) dei fratelli Gianfranco e Claudio Castiglioni.
Nel 1988 la Ducati partecipa la primo Campionato del Mondo di Superbike, per moto derivate dalla produzione, con la prima Ducati equipaggiata con motore a 4 valvole, la 851. Dal 1990 a oggi, Ducati ha conquistato 13 titoli Costruttori e 11 Titoli Piloti, e oltre 200 vittorie. Nel 1993 nasce la Monster, la moto maggiormente prodotta dalla casa di Borgo Panigale. Nel 1996 la Ducati viene acquisita dal fondo di investimenti USA Texas Pacific Group, che inizia il turnaround che trasformerà  Ducati nella versione attuale. Vengono create nuove strategie produttive, nel 1998 viene creato il Museo Ducati e viene lanciato il primo raduno ufficiale Ducati, il World Ducati Week. Nel 1999 l’ Azienda viene quotata in Borsa a Piazza Affari e a Wall Street, e sempre in quell’ anno viene creata la Ducati Corse, gestione sportiva della Ducati. Nel 2003 la Ducati ritorna alla MotoGp dopo oltre trent’ anni, conquistando una vittoria con Loris Capirossi, e il secondo posto nella classifica Costruttori.

Che tipo di iniziative promuove il museo?
Presentato il 12 giugno 1998 in occasione della prima edizione del WDW (World Ducati Week), e ufficialmente inaugurato il 16 ottobre dello stesso anno, il Museo Ducati raccoglie le testimonianze di oltre mezzo secolo di competizioni dell’Azienda e una cospicua parte della storia dell’Azienda di Borgo Panigale, fondata dai fratelli Ducati nel lontano 1926. Dal Cucciolo alla più recente Desmosedici la storia è raccolta in un particolare e alquanto originale ambiente caratterizzato da un grande casco rosso centrale a cui fanno da corona 33 mitiche moto da corsa poste su una pista illuminata.
Il Museo Ducati promuove iniziative legate al mondo dei Motori e quindi in parallelo, curando l’aspetto storico, con le gare e gli eventi a tema motociclistico in cui è presente la casa di Borgo Panigale. Inoltre da sempre promuove rapporti con l’università  e le scuole sulla storia dell’Azienda e su materie di tipo ingegneristico-meccanico.
“Ho sempre sostenuto che il Museo fosse un passo importante per comunicare la nostra storia e credo che l’obiettivo che ci eravamo posti sia stato raggiunto esaudendo così anche il desiderio dell’Ing. Taglioni, indiscusso genio della Ducati” afferma Federico Minoli, Presidente e Amministratore Delegato di Ducati Motor Holding S.p.A.

Quali chiavi di lettura vuole fornire Ducati al visitatore attraverso la realizzazione del museo?
Il Museo Ducati è stato pensato in modo da offrire al visitatore una doppia lettura; la prima riguarda le moto sistemate cronologicamente secondo un percorso circolare, la seconda, in un percorso parallelo, le 7 “stanze” tematiche che spiegano in maniera più approfondita i nove temi cardine della Storia della Ducati. In questa esposizione permanente è stata trattata l’evoluzione sportiva dell’azienda di Borgo Panigale, cercando di ricostruirne, tappa dopo tappa, i momenti più significativi.

Qual è stata la percezione del museo sul territorio?
Il Museo Ducati è e rimane tuttora una delle mete più ambite dai bolognesi, ma anche dagli appassionati di tutto il mondo che si recano in visita a uno dei templi della velocità. Sicuramente la realizzazione del Museo Ducati ha fortemente contribuito a incentivare l’aspetto della regione Emilia Romagna come “terra dei motori”, non dimenticando appunto la vicinanza con altre importantissime realtà del mondo dei motori quali Ferrari, Maserati e Lamborghini, che contribuisco a creare ed enfatizzare il mito della velocità. In sette anni, dal 1998 al 2005, oltre mezzo milione di appassionati hanno visitato gratuitamente lo Stabilimento e la Fabbrica della Ducati.

Che strategie installative avete messo a punto per coinvolgere il pubblico?
L’organizzazione di tour guidati all’interno della Ducati è stata l’ arma vincente per coinvolgere studenti, appassionati, profani e tutti coloro che hanno dimostrato o dimostrano interesse per conoscere più da vicino il mondo della Ducati.

Com’è cambiata, dagli anni Quaranta ad oggi, la mobilità degli italiani?
Non dimentichiamo che l’Italia usciva dal tragico periodo del Secondo Conflitto Mondiale, e c’era la necessità di ricostruire da zero un nuovo sistema di reti viarie, includendo la ricostruzione di quelle aziende che erano state coinvolte nelle produzioni belliche.
Verso la fine degli anni Quaranta gli italiani cominciarono ad investire nuovamente denaro per l’ acquisto di utilitarie e di scooter, uno dei mezzi più comuni all’ epoca. La realizzazione delle nuove reti autostradali portarono poi ad un corposo aumento del parco auto e moto circolante in Italia. Automobili e motociclette non erano più solamente mezzi di trasporto, ma diventavano anche oggetti per svagarsi e divertirsi lontano dal caos delle città.
Creazioni come la Vespa, la Lambretta, o autentiche icone come la Fiat 500 aiutarono letteralmente gli italiani a spostarsi lungo le strade e le autostrade d’Italia. Con il tempo, però, all’utilità del mezzo di trasporto si richiedeva anche un’immagine che potesse distinguere i vari modelli di auto e moto. Ecco che comincia la ricercatezza dei dettagli, le finiture di pregio, insomma, l’auto e la moto non venivano più concepite solo come mezzo di diporto, ma immagine di uno status symbol da mostrare.
I tempi attuali hanno massificato, esageratamente, il concetto del viaggio. Ecco che ritornano quindi il gusto del retrò, del passato rivisto con gli occhi del presente.

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