Si crea infatti una comunità  di “Foneros” che liberano l’accesso alla propria banda larga attraverso l’istallazione di un software (open source) nel proprio router (se compatibile) oppure direttamente acquistando il router proposto da Fon a prezzi concorrenziali per il lancio del progetto.

La comunità  ha già  superato le 25000 unità , sparpagliate nei quattro continenti (con maggiore concentrazione in Spagna e negli USA) e nel sito di Fon è possibile vedere la mappa satellitare che segnala gli indirizzi nei quali sono collocati tutti gli hot spots. Il progetto è ancora in fase beta, ma in un prossimo futuro si prevede anche la possibilità  di differenziare il profilo di accesso di ogni Fonero: infatti si potrà  scegliere di essere Linus (l’unico attivo per ora) e quindi condividere gratuitamente la propria banda e usufruire di quella altrui, oppure Alien e, quindi, scegliere di usufruire del servizio senza condividere banda, ma previo pagamento. Infine si potrà  essere Bill scegliendo di condividere la propria adsl, ma in maniera non gratuita, ricavando parte dei soldi pagati dagli Alien.

Fon si configura, quindi, non solo come una comunità  virtuale votata alla “libera connessione”, ma anche come una reale prospettiva di mercato. E infatti già  due colossi della rete come Google e Skype hanno proposto a Varsavsky un finanziamento di 18 milioni di euro. FON ha tra l’altro stretto un accordo con Cegetel, uno dei principali internet provider francesi, attraverso il quale nei prossimi mesi i punti di accesso FON in Francia potrebbero crescere esponenzialmente fino a toccare il milione di utenti di Cegetel.
Le prospettive che si aprono immaginando un futuro in cui la copertura degli access point sia omogenea e capillare sono molteplici: basti pensare alla telefonia che potrebbe spostarsi massicciamente verso il Voip anche per quanto riguarda i cellulari.
Ma una simile rivoluzione trova molti ostacoli di fronte a sé: in primis l’osservanza di norme inserite in alcuni contratti di Adsl ad uso domestico che prevedono una clausola che chiede al cliente di proteggere la propria rete. Inoltre, in Italia, per esempio, esiste anche il problema della legge Pisanu contro il terrorismo (Dl n.144 del 27/07/05) che obbliga la “preventiva acquisizione di dati anagrafici riportati su un documento di identità  dei soggetti che utilizzano postazioni pubbliche non vigilate per comunicazioni telematiche ovvero punti di accesso ad Internet utilizzando tecnologia senza fili”. Questo è impossibile, ovviamente, nell’ipotesi auspicata dal progetto Fon, anche se una forma di sicurezza è assicurata dall’uso di una password che rende identificabile ogni Fonero che si connetta ad una wireless.

Una connettività  globale senza fili andrebbe a risolvere anche i problemi di accesso alla rete di quelle zone (molte in Italia) in cui la asdl non è ancora arrivata e che, quindi, sono assolutamente tagliate fuori, ormai, da ogni fruizione adeguata di internet. Trasformare in hot spots di Fon anche degli access point molto potenti potrebbe, in un futuro, rendere realmente libero e “democratico” l’accesso alla rete.
Ma ancora la strada da percorrere è lunga e costellata di ostacoli normativi e di mentalità ”¦speriamo che l’etica della condivisione, della libera circolazione delle idee e della connessione ad internet abbia uno spazio sempre maggiore anche nelle volontà  politiche ed economiche dei paesi.

http://en.fon.com/  

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