i-racconti-del-museo

I musei sono ricchi di materiali, ma anche di storie e, da questo punto di vista, il Museo delle Scienze di Torino è un serbatoio enorme a cui attingere. Ogni oggetto qui esposto è un intrico di racconti, di percorsi narrativi, microstorie divertenti e imprevedibili, che vanno oltre all’aspetto scientifico e storico intrinseco.
Tra giugno e settembre di quest’anno, in occasione di Torino Capitale Mondiale del Libro con Roma 2006”“2007, HoldenArt e il Museo Regionale di Scienze Naturali hanno organizzato questo percorso fra storie, scienza e libri. Ognuno degli incontri previsti ha avuto come protagonista un’inedita coppia composta da un lettore e uno studioso: il lettore, un giovane narratore – autore diplomato al Master Holden, ha letto un racconto, o uno stralcio di romanzo, scelto tra i tanti che hanno come oggetto il mondo animale, la botanica e la mineralogia; lo studioso, scelto in collaborazione con il Museo, è intervenuto con precisazioni, curiosità o approfondimenti sui singoli temi trattati.
In questo modo un’ironica primatologa ha fatto le pulci a Franz Kafka, un pittore-iconologo-insegnante ha commentato gli animali fantastici di Jorge Luis Borges, un’esperta di paesaggio ha raccontato la storia del giardino intrecciandola a un racconto di Elizabeth von Armin, uno studioso di minerali ha lodato le competenze scientifiche di Italo Calvino e ha raccontato una breve storia sulla formazione dei cristalli.

L’ultimo incontro de I racconti del Museo è stato dedicato ai bambini e ha avuto come punto di partenza La storia della Balena Jona di Giovanni Pirelli. In quell’occasione una scolaresca di circa 80 bambini ha ascoltato partecipe il racconto e i commenti di un esperto di cetacei che, per professione, osserva e studia le balene.
Tutto questo è avvenuto all’interno dell’Arca, vale a dire una grande sala del Museo allestita scenograficamente come se fosse l’Arca di Noè, con un’intelaiatura di centine in legno e animali imbalsamati di tutti i tipi. Al centro della sala l’enorme scheletro di una balenottera spiaggiata a metà Ottocento a Bordighera, dalla quale la parrocchia ricavò diversi quintali d’olio. Ma questa è un’altra storia.

Quella della balena Jona invece comincia così:

Quando, nel Mar Caribico, venne alla luce la balena Jona, era così piccina che i pesci le dicevano:
– Merluzzo.
– Merluzzo sarai tu, – squittiva la balenina e nuotava a rifugiarsi in bocca alla mamma, tra mandibola e gola, dov’era il suo cantuccio segreto.
Tornava fuori, e dà lli: – Merluzzo. Ciao Merluzzo. Buondì Merluzzo.
Esasperata, la balenina Jona giurò di non mostrarsi in pubblico finchè non fosse cresciuta a misura di balena…

A cura di HoldenArt
www.holdenart.it