Culture21 srl – Gruppo Monti&Taft Ltd
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La Carta è un documento elaborato ed approvato nell’ottobre 2006 dalla quasi totalità delle Associazioni Museali italiane (i sottoscrittori sono AMACI, AMEI, ANMLI, ANMS, ICOM ITALIA e SIMBDEA). Essa tenta di mettere ordine alla selva di profili che ruotano intorno ai musei italiani, sia pubblici che privati, attraverso l’individuazione dei 20 principali profili professionali funzionali alla vita di un museo, e attraverso la definizione, per ogni profilo, di responsabilità , ambiti e compiti, requisiti per l’accesso e l’incarico e modalità dell’incarico. I profili sono riuniti in una Mappa delle professionalità museali, al cui centro è collocato il direttore, figura chiave inderogabile. Sotto la sua responsabilità operano i restanti 19 profili, inquadrati in quattro macro-aree di attività :
1) ricerca, cura e gestione delle collezioni (profili: Conservatore; Catalogatore; Registrar: responsabile del servizio prestiti e della movimentazione delle opere; Restauratore);
2) servizi e rapporti con il pubblico (profili: Responsabile dei servizi educativi; Educatore museale; Coordinatore dei servizi di accoglienza e custodia; Operatore dei servizi di accoglienza e custodia; Responsabile dei servizi di documentazione; Responsabile della biblioteca);
3) amministrazione, finanza, management e comunicazione (profili: Responsabile amministrativo e finanziario; Responsabile della segreteria; Responsabile dell’ufficio stampa e delle relazioni pubbliche; Responsabile per lo sviluppo: fund raising, promozione e marketing; Responsabile del sito web);
4) strutture, allestimenti e sicurezza (profili: Responsabile delle strutture e dell’impiantistica; Responsabile della rete informatica; Responsabile della sicurezza; Progettista degli allestimenti degli spazi museali e delle mostre temporanee).
La Mappa si rivolge a tutti i musei, pubblici o privati, indipendentemente da dimensione, origine, titolarità , collocazione, tipologia del Museo. Non rappresenta l’organigramma ideale di un museo né individua gerarchie o piante organiche; si limita, di fronte alla complessità del panorama organizzativo dei musei italiani, a individuare le professionalità necessarie all’espletamento della missione dei musei, senza voler proporre specifici modelli organizzativi.
Ma perché la Carta? I musei italiani hanno vissuto negli ultimi anni novità sostanziali: “dal loro riconoscimento in quanto istituto all’individuazione dei requisiti minimi essenziali ad assicurarne l’esistenza; dall’importanza assegnata alla definizione della loro missione alla rielaborazione delle dichiarazioni di missione; dalla formalizzazione degli standard necessari a garantirne il funzionamento all’elaborazione di modelli di qualità per loro gestione; dalla sperimentazione di nuove forme di gestione alla creazione di reti e sistemi museali; da un progressivo orientamento al pubblico allo sviluppo di forme innovative di partecipazione; dalla ricerca di un nuovo ruolo nella tutela e valorizzazione del patrimonio culturale alla pratica di rapporti più organici con il territorio”. In un contesto così dinamico, la capacità del personale che opera nei musei di rispondere ai mutamenti esterni ha un ruolo centrale.
Nonostante ciò, si è ancora lontani da un riconoscimento formale delle professionalità museali valido su tutto il territorio nazionale; sono insufficienti infatti a questo proposito i diversi riferimenti normativi a livello nazionale (come il D.M. 10 maggio 2001, Ambito IV-Personale) e regionale (ad esempio la D.g.r. 20 dicembre 2002, n. 11643 della Regione Lombardia) che hanno già individuato alcuni profili professionali.
La Carta, recependo l’importanza assunta dall’elemento umano nel nuovo contesto e il ritardo accumulato nel processo di riconoscimento delle professionalità del settore, si pone come obiettivi
“ribadire la centralità del ruolo dei professionisti museali e (…) sanare la storica assenza di definizione delle professionalità presenti nei musei e su cui i musei debbono poter contare per assolvere la loro missione e svolgere le funzioni loro proprie”.
I professionisti museali hanno, inoltre, bisogno di identificarsi in un documento strategico che li rappresenti. Il mancato riconoscimento delle specificità delle professioni museali sta portando a fraintendimenti sulla funzione e sul ruolo di altri professionisti (come le guide turistiche, che talvolta si sovrappongono impropriamente agli operatori dei servizi didattici e museali).
Infine, il governo dei processi sempre più frequenti di esternalizzazione dei servizi museali richiede che siano chiarite quali professionalità mantenere in-house e quali caratteristiche professionali richiedere dai prestatori esterni. Il forte cambiamento in atto nelle università e nei centri di formazione ed aggiornamento ha prodotto una proliferazione di corsi in materia di beni, servizi e attività culturali non correlati alle reali esigenze del mondo del lavoro, e quindi è forte il bisogno di definire e riconoscere le professionalità museali per accrescere la rispondenza dei curricula formativi alle competenze effettivamente richieste dal mondo del lavoro museale.