In prima pagina sulle cronache italiane per esser diventata la città del sud senza un soldo, dove le luci vengono accese a strade alterne, dove il porto mercantile ospita le navi container “Evergreen”, dove le famiglie hanno perduto l’asilo nido per i loro bambini. Taranto, una città del sud apparentemente indifferente alla quotidianità dolente: e invece”¦
Invece oggi, per smuovere le anime impigrite del sud, nel tacco d’Italia dove tutti dicono che non accade mai nulla, Taranto si affida ad un workshop.
Ai margini 2007, architettura ecosostenibile al sud è stato “un evento utile per sensibilizzare, creare contatti, strutturare una nuova coscienza per una città che appare smarrita“. L’evento è stato organizzato da un gruppo di Architetti che vede nel progetto KinoWorkshop un laboratorio di idee e di incontro per la costruzione di una città nuova, consapevole delle proprie risorse ed energie. La città di Taranto ha ospitato l’evento che è iniziato il 22 gennaio, caratterizzato da tre sezioni: convegno, workshop, mostre.
Il convegno ha proposto un ciclo di conferenze tenute da urbanisti, esperti di bioclimatica e studiosi di aree degradate e periferiche; il workshop è stato dedicato al tema della progettazione in ambiti considerati ai margini della città : periferici e mal collegati al resto del tessuto urbano; la mostra fotografica ha raccolto opere di NIO Architecten e Snake Space, nelle quali vengono descritti luoghi della città diseredati, di transito o addirittura ad accesso interdetto: discariche, autostrade, parcheggi, aree industriali, tunnel, viadotti. E’ solo un inizio, per riflettere sulle problematiche di una città del sud in controtendenza al trend europeo e mondiale, dove le parole periferia architettura ed ambiente non sono legate insieme in progetti di riqualificazione ambientale e valorizzazione urbana ma sono ancora slegati in opere parziali e speculative. Partire dalle zone degradate e dismesse, ridisegnare la nuova porta della città , dar dignità a zone della città sempre umiliate. In questa riflessione sono stati coinvolti giovani studenti e professionisti per trovare soluzioni progettuali innovative e originali ai temi di discussione proposti dagli organizzatori e i cui risultati saranno in mostra negli spazi di KinoWorkshop.
Per poter ristabilire dei punti fermi nella costruzione di una città è necessario non solo vincere bandi di finanziamento europeo e riportare a nuovo piazze e palazzi, ma anche iniziare a riflettere su identità e memoria di una città . Su quali atti di rinnovo urbano ci si deve concentrare e su quali processi di confronto con i cittadini si deve lavorare? Il segno di un architetto è sicuramente legato a un atto di bellezza e armonia all’interno di un contesto degradato o abbandonato. Ma è importante, ancor prima di modificare fisicamente quel luogo, capirne la sua natura e come i suoi cittadini lo vivono. Il workshop ha gettato le fondamenta per un discorso più ampio. Ora si attende la trasformazione dei progetti in politiche attuative.

Riferimenti:
www.aimargini.net
www.kinoworkshop.it