Come è noto, la Chiesa custodisce un immenso patrimonio culturale, dal valore inestimabile, nelle 95.000 chiese di Roma. 85.000 sono, invece, i pezzi che vantano la denominazione di “Bene Culturale Ecclesiastico”.
La Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa, presieduta da Monsignor Mauro Piacenza, intende salvaguardare tale patrimonio, ed ha pertanto annunciato al pubblico l’intenzione di catalogare ogni singolo oggetto di valore storico-artistico conservato all’interno delle 95.000 chiese romane.
L’articolo 1 della legge del 1 Giugno del 1939, che stabilisce le norme per la conservazione del patrimonio storico-artistico italiano afferma, tra le altre cose, che “Sono soggette alla presente legge le cose, immobili e mobili, che presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnografico, compresi: … i manoscritti, gli autografi, i carteggi, i documenti notevoli, gli incunaboli, nonché libri, le stampe, e le incisioni, aventi carattere di rarità  e pregio.” All’art. 7 si legge: “Quando si tratti di cose appartenenti ad enti ecclesiastici, il Ministro per l’educazione nazionale, nell’esercizio dei suoi poteri, procederà  per quanto riguarda le esigenze del culto, d’accordo con le autorità  ecclesiastiche.”
In collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività  Culturali, l’Autonoma Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa, così chiamata dal 1993 (prima era la “Pontificia Commissione per la Conservazione del Patrimonio Artistico e Storico della Chiesa”, istituita presso la Congregazione per il Clero), dà  il via all’enorme progetto di catalogazione di opere d’arte e materiale d’archivio.
In un’intervista Mons. Mauro Piacenza ha spiegato come sia necessaria un’organizzazione del patrimonio ecclesiastico esistente, sia per il suo valore di testimonianza del passato, sia per quello religioso. La Santa Sede, ha spiegato, interviene “secondo il principio della sussidiarietà , cioè quando non sia possibile risolvere certe questioni ai livelli inferiori”, come nei casi “dell’adeguamento liturgico in alcuni grandi cattedrali storiche”. Storia religiosa e storia artistica ancora una volta si fondono e i beni ecclesiastici saranno, con le dovute disposizioni che in materia regolamentano le finalità  ultime di tutela, di conservazione e di fruizione pubblica, “inventariati” attraverso il sistema di catalogazione e messi a disposizione del pubblico.