L’intenzione principale di questo libro è da individuare in alcuni quesiti cardine: che posto ha la cultura nel nostro sistema-paese? In che termini si deve pensare al futuro della cultura? Che relazioni si devono stabilire fra una seria politica culturale e lo sviluppo del paese? La rilevanza qualitativa e quantitativa dei beni culturali italiani è oggetto di continui apprezzamenti. La prova oggettiva del primato risiede nella lista del patrimonio dell’umanità riconosciuto dall’Unesco: ben quaranta i siti, corrispondenti al 6% di quelli segnalati in tutto il mondo. Aggiungono valore al patrimonio le riserve della biosfera e le proclamazioni dei beni immateriali.
Ma aldilà dei numeri, è netta la percezione della grande densità e diversità di “opere d’arte” presente sul territorio. Questa è la vera ricchezza del nostro Paese, ricchezza che sempre più spesso va impoverendosi per cause imponderabili o per incuria o per “disattenzione” o per cattiva amministrazione.
Mariella Zoppi fa leva sulla consapevolezza di questo patrimonio, quale “garante dell’identità nazionale unitaria”, affinchè diventi strumento consapevole per la contaminazione culturale, a partire dalle nuove generazioni fino ai governanti, sia locali che nazionali. Troppo spesso, invece, il settore cultura è ritenuto marginale e gli investimenti conseguentemente limitati e destinati univocamente alla conservazione dello status quo. Questo vale sia per lo Stato che per il più piccolo dei comuni.
La critica dell’autrice si focalizza essenzialmente sull’indagine circa una assenza di politica culturale in Italia e sul confronto con le esperienze estere che, invece, testimoniano l’esito positivo della tendenza contraria: i finanziamenti hanno prodotto attività , turismo e indotto economico, ma soprattutto innovazione e creatività , beni non facilmente monetabilizzabili. Da Oporto ad Atene, da Lione a Francoforte, solo per citare qualche esempio del libro, gli spazi museali sono assurti a simbolo di modernità ed efficienza delle amministrazioni locali o degli stati nazionali.
L’Italia, a quanto pare, è mancata clamorosamente a questo genere di appuntamento, fatte salve le rarissime eccezioni. L’analisi della sfera economica mette in luce i dettagli sui costi destinati al settore, le iniziative esemplari, le difficoltà della gestione e i protagonisti, dalle amministrazioni ai soggetti privati, come fondazioni e banche.
Nei capitoli finali la Zoppi suggerisce soluzioni e prospettive che vorrebbero la cultura come motore di attività , di idee e di interessi pubblici, oltre la riduttiva conservazione del patrimonio. Una attiva politica culturale passa per due fondamentali momenti: il riconoscimento del suo valore e delle sue potenzialità e la capacità di saper condividere e di saper “usare” tutto questo.
In appendice un esaustivo Lessico culturale contenente i termini della questione.

Mariella Zoppi è professore ordinario di urbanistica alla Facoltà di Architettura di Firenze. Ha pubblicato studi sulle vicende urbanistiche di Firenze, sui giardini toscani e sulla progettazione del verde urbano.

Beni culturali e comunità locali
Mariella Zoppi
Electa per le Belle Arti 2007 euro 19
ISBN 978-88-370-5074-0