Con l’avvento di internet dell’ultimo decennio, i profeti apocalittici della nuova era tecnologica avevano previsto, attraverso schermi di cristallo, la fine della cultura tradizionale fondata sulla parola scritta a favore dell’immagine e dell’ipermedialità . Gli addetti ai lavori della filiera dell’editoria avevano annunciato la fine del libro su supporto cartaceo a favore dell’e-book. Ma il tanto atteso boom del nuovo supporto tecnologico non si è ancora verificato.
A parte allarmismi e predizioni, la tecnologia ha sicuramente influenzato le logiche del mercato editoriale, destabilizzandone le linee guida principali e aprendo a nuove sperimentazioni attraverso l’implementazione della tecnologia in tutti i livelli della filiera, dalla progettazione alla distribuzione, comprese produzione e promozione.
Il settore dell’editoria libraria sta attraversando, infatti, una fase di profonda trasformazione. Le scelte strategiche delle case editrici oscillano tra due filoni: presidiare il comparto esistente cercando fonti di vantaggio competitivo all’interno della filiera tradizionale, o sfruttare le potenzialità dell’editoria digitale sviluppando nuove competenze e individuando nuovi segmenti di mercato. In ognuno dei due casi, la richiesta del mercato all’editore è la reinvenzione del proprio mestiere.
Il frutto è stato l’innescarsi di una fucina di ricerche e sperimentazioni nel comparto editoriale. In relazione al prodotto-libro si sono riadattati vecchi contenuti su nuovi supporti tecnici, come la fruizione freeware di novità editoriali attraverso la rete, o creati nuovi contenuti pensati appositamente per una fruizione on line. In relazione al mercato c’è stata una moltiplicazione e un ripensamento dei canali di distribuzione (edicola e web, oltre che libreria) e una politica di diversificazione per l’estensione della fetta dei pubblici di riferimento, anche internazionali.
Proprio quando si è cominciato a pensare che il libro cartaceo stesse scomparendo il settore editoriale ha cominciato a rimettersi in moto miscelando vecchi e nuovi supporti a nuovi e vecchi contenuti, generi letterari a forme espressive alternative.
Sulla scia del mercato Usa, anche nel panorama italiano attuale si intravedono forme espressive cartacee che rivelano una profonda riflessione e maturità. Un esempio di contaminazione editoriale da segnalare è il graphic novel, un romanzo a fumetti che racconta il mondo reale, con alto valore letterario, non relegato a funzione d’intrattenimento. Un genere, non associabile a nessuno dei due generi letterari, che, mediante un linguaggio finora inesplorato, cattura l’attenzione di un nuovo pubblico di nicchia maturo e adulto. Gli editori italiani hanno scoperto un piccolo ma crescente rilievo economico del graphic novel e ne stampano e ristampano: Einaudi, Rizzoli, Mondadori e Minimum Fax vanno affiancando le piccole e coraggiose edizioni come la bolognese Coconino, che è la più attiva e affermata di tutte, Kappa e Canicola.
La scossa provocata dall’impatto tecnologico ha, quindi, risvegliato la creatività assopita degli editori facendo intravedere le potenzialità delle contaminazioni espressive e culturali di cui il libro può essere ancora protagonista.

Riferimenti:
Paola Dubini, Voltare pagina. Economia e gestione strategica nel settore dell’editoria libraria, Etas, Milano, 2001, seconda edizione