Puoi descrivere come si è svolto il workshop di Firenze?
Sono arrivato, ho parlato, le persone hanno ascoltato e poi hanno a loro volta parlato, io ho ascoltato, ho parlato di nuovo e poi”¦ le persone hanno ascoltato e poi hanno parlato ancora e così via, poi sono venuti fuori i progetti”¦due o tre o quattro”¦o più progetti cinque o forse anche sei. Comunque più di quattro. Molti progetti sono interessanti o forse non lo sono. Ma l’obiettivo che ci si deve porre al momento di realizzare dei progetti è di cambiare qualcosa. Io non sono interessato a “fare arte” perché l’arte non ha il compito di far cambiare molto le cose e adesso invece dobbiamo cercare di cambiare molto velocemente perché le cose vanno sempre peggio. E’ interessante provare ad usare i processi artistici per provare a modificare l’esistente, ma è necessario creare nuovi progetti e nuovi processi.

Cosa pensi che lascerà il tuo workshop ai partecipanti e alla città di Firenze?
Ai partecipanti lascerà la capacità di poter rovesciare il potere per ribellarsi alle restrizioni che impone. Si andranno così a creare le condizioni per istituire un nuovo governo, migliore e più democratico. Sono sicuro che le idee che sono state sviluppate si concretizzeranno e avranno un riscontro positivo sulla città.

Molte volte hai chiesto ai partecipanti di pensare allo sviluppo dei loro progetti anche al di fuori dei luoghi convenzionalmente predisposti all’arte, puoi spiegarci le ragioni?
Le persone che vanno in una galleria d’arte sono consapevoli di recarsi in un luogo particolare. Lì sanno che dovranno essere predisposte ad aprire la propria mente di fronte alla visione di qualcosa che potrebbe cambiare le loro idee. Possono considerare tale proposta eccezionale o semplicemente terribile, ma sono comunque preparate psicologicamente ad affrontare questo processo. Per cambiare veramente il mondo però le gallerie sono inutili, mentre sono invece necessari i luoghi in cui fare piani ed elaborare delle strategie per riuscire a intaccare il potere costituito. Nelle gallerie c’è sicuramente il potere economico, ma la storia dell’arte o ciò che viene fatto nelle gallerie non influisce molto sulla Storia con la s maiuscola. Un’opera può avere un valore sociale molto forte, ma quale cambiamento politico inizia o finisce in una galleria?
I cambiamenti semmai avvengono nelle strade ed è proprio nelle strade che sono iniziati i più importanti processi di mutamento storico grazie alle persone che parlavano, marciavano, chiedevano e protestavano facendo scioperi.

Quali saranno i prossimi progetti di The Yes Men?
Al momento stiamo lavorando al nostro prossimo film con il quale cercheremo di raggiungere un pubblico vasto. Il film è il miglior mezzo per farlo. Non sappiamo ancora quali saranno i prossimi progetti, ma vogliamo continuare le nostre azioni per incitare le persone a partecipare attivamente alla vita pubblica.