Culture21 srl – Gruppo Monti&Taft Ltd
Partita IVA 03068171200 | Codice Fiscale/Numero iscrizione registro imprese di Roma 03068171200
CCIAA R.E.A. RM - 1367791 | Capitale sociale: €10.000 i.v.
Centinaia di migliaia di utenti di internet, che scaricano illegalmente film e programmi tv, potrebbero perdere la possibilità di connettersi alla rete. Se le campagne di sensibilizzazione non sortiscono effetto, intervengono le nuove strategie “politiche” di produttori e distributori a risolvere il tanto acclamato problema della tutela del diritto d’autore, coinvolgendo i service provider e la negata fruizione di servizi di connessione ad internet.
In Gran Bretagna l’influente Culture Select Committee, che raccoglie deputati dei maggiori partiti politici britannici, ha dichiarato che i Service Provider di Internet sono d’accordo sulla nuova linea da adottare. “Potrebbe essere rischioso per questo tipo di attività detenere la responsabilità legale dell’accesso ad un certo tipo di materiale, ma crediamo fermamente che scoraggiare la pirateria sia un dovere dell’industria”, hanno dichiarato.
Una rapida indagine sui motori di ricerca illegali più popolari mostra che, attualmente, titoli nuovi – come Io Sono Leggenda, National Treasure: Book Of Secrets, Hitman, Juno e Beowulf – sono in cima alle classifiche dei download. Le compagnie cinematografiche hanno già pianificato la trattativa con i Service Provider, con la richiesta esplicita di sospendere il servizio a chi si renda colpevole di pirateria su web.
Secondo le stime dello UK Film Council, l’industria ha infatti perso circa 800 milioni di sterline a causa della pirateria nel 2005. Dato l’aumento dell’uso di internet e l’espansione della banda larga, le cifre per il 2008 potrebbero addirittura superare il miliardo di sterline. I provider britannici sono stati, sino ad oggi, piuttosto prudenti nelle negoziazioni in materia di pirateria.
L’Industry body Internet Service Providers Association (ISPA) ha però dichiarato: “I provider non sono in grado di filtrare e tenere sotto controllo ogni singola attività che avviene all’interno del loro network più di quanto un Ufficio Postale possa fare con le lettere”. I download illegali, soprattutto attraverso i client di BitTorrent, hanno rallentato in modo significativo la rete. E’ stato infatti stimato che l’utilizzo della tecnologia BitTorrent per scaricare video costituisca circa il 50% di tutto il traffico su internet. La rivoluzionaria tecnologia BitTorrent frammenta l’informazione video online in piccole parti, e permette di rintracciare numerose fonti che possiedono lo stesso file. I file possono essere simultaneamente scaricati in diversi pacchetti e quindi ricomposti nell’hard disk dell’utente per ottenere un film o un programma televisivo completo, da guardare direttamente sul pc. Un portavoce dell’ISPA ha commentato: “Sono molte le questioni che pesano sui provider di internet, e BitTorrent è solo una delle tante. Ma c’è preoccupazione per la banda che viene utilizzata. Questo è uno degli elementi a cui i provider devono fare fronte ogni volta che accade qualcosa di nuovo”.
Nel frattempo, la compagnia BitTorrent si è alleata a major come Warners, Paramount e Fox per distribuire contenuti cinematografici legali a pagamento su internet. I membri del Parlamento inglese seguono una iniziativa francese che gode del sostegno del Presidente Sarkozy, e che prevede il blocco dell’accesso a internet per chi scarica illegalmente. I provider britannici hanno però punti di vista ancora conflittuali, e soltanto Virgin Media ha salutato l’iniziativa con soddisfazione. British Telecom vede però la violazione del copyright come un reato civile e non penale. I membri del Parlamento inglese hanno inoltre richiesto che la registrazione su videocamera nelle sale cinematografiche venga trattata anch’essa come reato penale anziché civile.
Se la strategia di contrasto della pirateria on line dovesse sortire effetti e registrare successi, non si esclude una diffusione a macchia d’olio nel resto delle comunità virtuali di tutto il mondo. I pirati sono invitati a stare in guardia.