Nel linguaggio comune e quotidiano, la parola Finanziaria rievoca termini come imposte e detrazioni, strettamente connessi alle spese che, non solo lo Stato, ma anche ogni singolo cittadino deve affrontare, o non affrontare, nel corso dell’anno a cui la legge si riferisce. Pur riguardando questioni principalmente economiche, questo lunghissimo elenco di commi, non sempre di facile ed immediata lettura, contiene importanti disposizioni, che abbracciano svariati ambiti, con ricadute dirette ed indirette sia nella sfera sociale, sia in quella culturale.
Istituita con la Legge Finanziaria 2005, la Fondazione per la Diffusione della Responsabilità Sociale per le Imprese, denominata anche Italian Centre for Social Responsibility (I-CSR), si apre ad uno dei temi forse più vivi ed emblematici della cultura d’impresa contemporanea. Centro indipendente, che ha tra i suoi fondatori e promotori il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, l’Italian Centre for Social Responsibility si propone di promuovere la diffusione della responsabilità sociale d’impresa, di sviluppare la ricerca di base e applicata in questo settore, e di favorire il dialogo tra il pubblico e il privato, le imprese e le università , i centri di ricerca e tutti gli stakeholder a vario titolo interessati a questo tipo di dinamiche. Consapevole della rilevanza rivestita da tale istituzione, in un delicato momento storico in cui la competitività e la sopravvivenza delle imprese passa, soprattutto, attraverso il coinvolgimento di tutti i portatori d’interesse nell’attuazione dei processi aziendali e nella definizione delle finalità sociali dell’impresa, l’attuale Finanziaria rinnova la sua attenzione verso la responsabilità sociale d’impresa, mettendo a disposizione, presso il Ministero della Solidarietà Sociale, un Fondo per la diffusione della cultura e delle politiche in materia di corporate social responsibility. Tale Fondo, pari a 1,25 milioni di euro per ogni singolo anno compreso nel triennio 2008-2010, sarà utilizzato per finanziare l’Italian Centre for Social Rsponsibility ”“ con un contributo annuale variabile, stabilito di volta in volta dal Ministero della Solidarietà Sociale sulla base del piano di attività presentato dalla Fondazione stessa -; una conferenza nazionale annuale sul tema della responsabilità sociale d’impresa; e tutte le azioni di informazione, promozione, innovazione, sostegno e monitoraggio, inerenti il medesimo campo d’intervento.
Un altro rilevante aspetto della nostra contemporaneità , che riguarda le città in quanto spazi antropizzati e odierni scenari dei nuovi conflitti metropolitani, risulta essere quello del recupero urbano, per contrastare i fenomeni di esclusione sociale. Ispirandosi al modello francese delle “Zones Franches Urbaines”, introdotte con la Legge n. 987 del 14 novembre 1996, “Pacte de Relance pour la Ville” – per il rilancio socio-economico ed il miglioramento della qualità della vita in zone urbane degradate e svantaggiate della Francia -, la Finanziaria del 2007 ha tentato di istituire anche in Italia una disciplina simile. Non avendo superato il vaglio della Commissione Europea al primo tentativo, la Finanziaria 2008 presenta, oggi, una normativa più ampia e maggiormente dettagliata per ciò che concerne l’individuazione e la riqualificazione delle Zone Franche Urbane. Al fine di favorire l’integrazione sociale e culturale delle popolazioni abitanti in circoscrizioni o quartieri cittadini, caratterizzati da degrado urbano e sociale, la legge prevede la creazione di Zone Franche Urbane, di non più di 30.000 abitanti, e di un Fondo di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009, per finanziare programmi di intervento all’interno di tali aree. Le Zone Franche Urbane – ravvisabili sia nei quartieri periferici delle grandi aree metropolitane del Centro-Nord, espressione del tramonto dei non luoghi con la loro eccessiva tendenza all’individualismo e alla ghettizzazione, sia nelle realtà meridionali, profondamente segnate da criticità strutturali quali la disoccupazione, la fuga della fascia giovane della popolazione, il ritardo di sviluppo – dovrebbero creare le condizioni per la rigenerazione di questi territori, attraverso la fruizione di agevolazioni fiscali e contributive da parte delle piccole e microimprese, che iniziano la loro attività all’interno delle Zone Franche Urbane (è previsto, ad esempio, l’esonero dal versamento di contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente a favore dei lavoratori autonomi che svolgono attività all’interno della zona). Alcuni fotogrammi questi di una legge che novera molteplici manovre e disposizioni nei comparti della cultura e della valorizzazione dell’ambiente e del territorio – come un utilizzo più razionale delle risorse disponibili per i beni e le attività culturali, la concessione di incentivi per il recupero dei centri storici ed il rilancio dell’industria cinematografica nazionale, la creazione di un fondo per la riforestazione e la realizzazione di aree verdi in zone urbane e periurbane, al fine di migliorare la qualità dell’aria nei comuni a maggiore crisi ambientale -, da cui partire e attraverso cui compiere un significativo e consapevole passaggio dalla teoria alla pratica.

Riferimenti:
www.ilsole24ore.com
www.i-csr.org
www.beniculturali.it
www.filodiritto.com