Come nasce l’idea del MUSMA, Museo della Scultura Contemporanea di Matera?
L’istituzione del museo della scultura contemporanea è stata suggerita da due particolari circostanze: la prima è legata alla considerazione che da oltre venti anni a Matera il circolo ”˜La Scaletta’, di cui la Fondazione Zétema rappresenta la gemmazione istituzionale, organizza e allestisce, in un articolato cenobio rupestre ubicato nei Sassi, le ”˜Grandi Mostre di Scultura’ dedicate soprattutto agli artisti del Novecento italiano e straniero. La seconda circostanza è il frutto della volontà di capitalizzare questa esperienza ventennale e i relativi rapporti di stima e di fiducia con artisti, collezionisti e critici d’arte, i quali hanno volentieri donato alla Fondazione tutte le opere esposte (oltre 300), per cui ormai nel linguaggio identificativo il MUSMA rappresenta il “museo dell’amicizia”.
Il museo di scultura contemporanea ha anche un’ulteriore funzione poiché rappresenta uno dei presidi inserito nel programmato distretto culturale dell’habitat rupestre della Basilicata in corso di realizzazione. Esso è il tassello terminale dell’itinerario distrettuale, cioè del definito canale linfatico caratterizzato dalla “qualità rupestre dei siti”, percorso che va dalla preistoria al presente, raccordando i dipinti rupestri di età paleolitica, che si trovano in una cavità ricadente nell’agro del comune di Filiano (PZ) e termina con l’arte contemporanea del MUSMA, attraversando le testimonianze storico-artistiche longobarde, normanne, sveve e angioine. Il MUSMA si qualifica per tali caratteristiche, frutto un vissuto e maturato progetto.

In cosa consiste il progetto del distretto culturale dell’habitat rupestre?
La Basilicata di fatto, anche se non organizzato in sistema, ha un circuito museale archeologico di altissimo livello. Accanto a tale proposta integrata di offerta culturale, noi abbiamo pensato di attivare un primo distretto culturale che utilizza la specificità della dotazione territoriale rappresentata dal rupestre. Occorre ricordare che nel nostro territorio il vivere in grotta non era la conseguenza di privazioni o di povertà , bensì una scelta di vita, un modus vivendi.
Il rupestre è quindi la linfa del nostro progetto che non si ferma soltanto all’Alto Medioevo – che è pure il momento più epico con le chiese rupestri, la civiltà degli insediamenti monastici, i cenobi rupestri – ma parte dalla preistoria, da Filiano e arriva al contemporaneo delle grotte del palazzo Pomarici e del museo della scultura contemporanea coprendo passato, presente e speriamo anche futuro. Il nostro obiettivo principale non è soltanto quello di attirare visitatori sensibili o turisti interessati, ma anche di educare la comunità locale perché questa comunità , nel tempo, ha subito il disconoscimento della propria identità , non si sente, cioè, né testimone, né custode di un passato.
Il nostro progetto deve servire soprattutto a stimolare le popolazioni locali perché diventino sensibili e diventino i difensori di questo territorio, sentinelle e custodi dei propri beni culturali. Attualmente abbiamo due presìdi già costruiti: la cripta del peccato originale, che è una porta di accesso al distretto, e il museo della scultura contemporanea di Matera.
Nel corso del 2008 apriremo al pubblico anche il Museo delle Arti Applicate, la ”˜Casa di Ortega’, sempre a Matera.

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