Community Management

I sistemi di comunicazione generati dalla diffusione del web, a partire dalla posta elettronica fino ai sistemi voice over ip, offrono la possibilità all’utente di trasformarsi in attore. Attraverso i blog, i forum, i siti personali e le community, gli utenti sono in grado di accedere ai contenuti della rete ma anche di crearne di nuovi e classificarli. Nello mondo virtuale ormai consolidato del web 2.0 non solo gli utenti “privati” ma anche le aziende hanno iniziato a sperimentare delle azioni in questo nuovo scenario.
Distinte in comunità di pratica, social networking, comunità di circostanza e di apprendimento, le Community aprono “spazi di condivisione” e stimolano la creazione e circolazione di conoscenza all’interno della organizzazione aziendale.
Le Comunità di Pratica sono identificate come le strutture più rilevanti, il luogo in cui i consigli, le esperienze, le buone pratiche vengono codificate, e dove circola la conoscenza praticata di fatto. Non tutte le organizzazioni hanno condizioni per riconoscere o coltivare Community; questo però non significa che esse non siano presenti e attive in questi contesti ma che le condizioni non sono favorevoli o compatibili con la loro gestione e sviluppo in chiave organizzativa.
L’affermarsi crescente di una dimensione organizzativa informale ha indotto quindi il management a rivedere i modelli di leadership e di governo. L’azienda riconosce che tra le procedure e la loro applicazione c’è uno spazio creativo in cui possono nascere prassi innovative e conoscenze; vengono progettate e favorite le condizioni organizzative e tecnologiche affinchè le Community possano svilupparsi e esprimere il loro massimo potenziale comunicativo anche all’esterno. Infatti la ragnatela di relazioni dei network, generatisi all’interno dell’azienda – secondo la prospettiva del volume – estende il sistema sociale permettendo ai dipendenti di entrare in contatto non solo tra loro ma di aprirsi all’interazione con clienti o partner. Non esiste più una separazione tra chi ha dei contenuti da trasmettere e chi consuma quei contenuti; allo stesso modo il cliente non entra in gioco per un mero processo di consumo ma è sempre più all’interno di processi di creazione di valore rilevanti, come quelli di innovazione, di acquisto, di produzione del servizio. Un esempio per tutti è il caso della campagna di comunicazione per il lancio della nuova Fiat Cinquecento per il quale sono stati creati spazi di partecipazione sul sito dedicati agli appassionati che hanno avuto avuto l’opportunità di contribuire all’ideazione della concept car.
Tutte queste esperienze hanno la peculiarità di stabilire delle conversazioni tra le organizzazioni e il loro ambiente, delle relazioni a due vie, personali e umane da una parte, e manageriali tradizionali dall’altra, ponendo così delle nuove sfide alla gestione dei saperi aziendali.
La rassegna di tre casi aziendali nell’ultima parte del volume aiuta nella comprensione delle dinamiche presentate teoricamente, concretizzando le potenzialità della modalità organizzativa aziendale modello web 2.0, in cui la circolazione di conoscenza rappresenta la chiave di volta.

Community Management
Processi informali, social networking e tecnologie web 2.0 per la estione della conoscenza nelle organizzazioni
Emanuele Scotti, Rosaio Sica
Editore Apogeo 2007 euro 18
ISBN 978-88-503-2645-7