palazzo-grassiLa storia di Palazzo Grassi, nel suo svolgimento e nell’avvicendamento dei proprietari, dal pittore ungherese Schofft al finanziere greco Simeone De Sina, all’industriale svizzero Giovanni Stucky, rivela l’interesse che il palazzo ha sempre suscitato in ambito internazionale ed è, contemporaneamente, specchio di una città che, pur essendo per natura isolata, non ha mai mancato l’occasione di creare e mantenere legami con il resto del mondo. Questa riflessione, certamente fondata sulle vicende storiche e culturali che hanno caratterizzato la vita di Venezia, può essere considerata ancora attuale, come emerge dagli sviluppi più recenti nell’ambito delle attività culturali in laguna. Per tornare a Palazzo Grassi, infatti, la recente acquisizione (nel 2005) da parte dell’uomo d’affari e collezionista francese François Pinault ha segnato l’inizio di una nuova politica culturale che, pur non tradendo completamente gli indirizzi della precedente gestione, pare sempre più indirizzata al contemporaneo. La programmazione delle esposizioni che si sono susseguite dal 2006, anno della riapertura, ad oggi, rivela infatti il netto prevalere di soggetti contemporanei, in particolare legati alla collezione privata di Pinault, con l’unica eccezione della mostra “Roma e i barbari”. L’importanza del contemporaneo è destinata ad aumentare nel breve termine con l’apertura, prevista per giugno 2009, del nuovo Centro di arte contemporanea di Punta della Dogana, situato nella parte terminale della fascia di terra che ospita la chiesa di Santa Maria della Salute. Nel 2007, infatti, Pinault si è aggiudicato la gestione degli spazi dell’antica Dogana da mar, battendo sul filo di lana il Museo Guggenheim. L’opera di adeguamento e restauro del complesso architettonico è stata affidata all’architetto giapponese Tadao Ando, già responsabile del rinnovamento di Palazzo Grassi dopo l’acquisizione francese e consisterà, essenzialmente, nella rimozione degli interventi di restauro che nel corso dei secoli si sono susseguiti all’interno della Dogana, per riportarla alle sue forme originarie. Nell’idea dell’architetto, vecchi e nuovi elementi dovranno coesistere e mescolarsi per dare vita ad una struttura funzionale che manterrà contemporaneamente suggestioni del passato, elementi del presente e proiezioni verso il futuro e che diverrà oggetto di visita essa stessa, rilanciando il contemporaneo a Venezia. Inoltre, al suo interno, sarà ospitato un centro di arte contemporanea supportato dalla presenza permanente della collezione personale di Pinault. In attesa e in preparazione dell’apertura di Punta della Dogana, Palazzo Grassi, in collaborazione con le università di Venezia, ha lanciato una serie di incontri con la finalità di presentare al pubblico, soprattutto giovanile, gli artisti rappresentati nella collezione di Pinault che sarà esposta nel nuovo centro: da gennaio a giugno sono stati organizzati 6 incontri che hanno visto la partecipazione di numerosi artisti come Jeff Koons, Michelangelo Pistoletto e Franz Wes
L’apertura di Punta della Dogana rappresenta certamente per Palazzo Grassi una sfida importante, molte sono infatti le questioni che impegnano lo staff, in particolare nell’ambito delle attività di marketing e comunicazione: è allo studio un nuovo brand che dovrà rendere coerente l’immagine dei due differenti centri culturali (Palazzo Grassi e Punta della Dogana) senza alterarne la forte identità storica e architettonica che li distingue; si sta progettando un sistema di bigliettazione comune che consentirà l’accesso ai due centri; si stanno definendo i target di visitatori ai quali le due strutture si rivolgeranno al fine di dare vita a strategie e programmi di attività adeguati. Il termine che meglio sembra caratterizzare il piano di azione pare essere “interazione”: prima di tutto nell’ideazione delle attività (un solo ufficio sviluppo per entrambe le strutture), poi tra i due centri dislocati in punti diversi della città, infine tra i visitatori e tra il pubblico e le due sedi.
Quali siano le scelte che saranno poste in essere da Palazzo Grassi, esse avranno certamente un impatto forte sulla città ma soprattutto sulla sua immagine a livello internazionale. Venezia, a differenza di altri grandi centri italiani e in virtù del suo storico ruolo nel commercio – ma anche nella cultura – , è sempre stata al centro dell’ interesse internazionale e si è sempre distinta per un forte impegno nel contemporaneo – basti pensare alla Biennale e al Festival del Cinema – . Oggi, il centro di Punta della Dogana sembra rimarcare questi valori e ricreare il forte legame che a Venezia unisce passato, presente, futuro. E proprio al futuro, seppure prossimo, devono essere rimandate le valutazioni, in attesa dell’apertura di Punta della Dogana e dello sviluppo delle attività dei due centri.