Culture21 srl – Gruppo Monti&Taft Ltd
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Dal 2004 l’area di Vilcanota Valley (Machu Picchu, Peru) è al centro di un ambizioso progetto promosso dalla World Bank, la banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo che dal 1945 opera attuando finanziamenti a lungo termine indirizzati in particolare ai paesi in via di sviluppo, fornendo a questi ultimi anche garanzie di assistenza e consigli tecnici in tutti gli aspetti della loro crescita economica, volti ad implementare politiche di riduzione della povertà. Uno dei settori chiave di intervento è quello legato ai progetti ambientali e infrastrutturali ad alto livello di sostenibilità, che mirano a non aggravare le sorti delle popolazioni dei paesi aiutati e che, piuttosto, si integrano con le dinamiche sociali e politiche esistenti. Proprio qui risiede la criticità di un progetto come quello di Vilcanota Valley: come riconciliare gli obiettivi di sviluppo economico, riduzione della povertà e tutela del patrimonio culturale, soprattutto in un territorio come quello del Machu Picchu che a fronte dell’aumento di flussi turistici (in 10 anni si è passati da 0.3 milioni a 1.2 milioni di visitatori) risponde con una ammonizione dell’UNESCO (2004) e una minaccia di rimozione del Santuario storico dalla lista World Heritage Site?
In questo contesto di “mala-gestione” si inserisce appieno l’attività di supporto della World Bank, che ha destinato 8.2 milioni $ al Governo del Peru (Ministero degli Affari Esteri e del Turismo) da destinarsi ai 4 anni di coordinamento degli interventi di recupero e gestione del sito di Vilcanota Valley (dove si trova il Santuario), focalizzando il proprio intervento su alcune direttive fondamentali che costituissero un freno a quel processo di crescita caotica che l’area aveva attraversato; un processo irregolare di sviluppo dovuto soprattutto ad una inadeguatezza della gestione dei servizi turistici e delle infrastrutture urbane, impreparate a ricevere e contenere strategicamente gli afflussi dei visitatori. Un potenziale quindi ancora malamente sfruttato che costituisce il fulcro dell’azione di recupero e del processo di sviluppo economico, incentrato in consultazioni continue con gli stakeholder locali, per fare di Vilcanota Valley un progetto “partecipato”, frutto di una visione condivisa dagli attori che rifletta le effettive priorità della comunità. Non solo: come sottolineato da Chavez al 3rd Workshop on Managing Cultural Organisations di Bologna, il vero investimento viene fatto nelle persone e nella capacità di questi ultimi – operatori turistici, politici locali e attori privati – di saper costruire assieme un vero processo di sviluppo, stimolando una sorta di coscienza collettiva del patrimonio e della ricchezza insita nei territori da loro stessi vissuti e abitati. Compito primario della World Bank è quello di fornire, oltre al mero finanziamento, anche il know-how che costituisce la vera differenza in termini competitivi: molti conflitti a livello locale, infatti, derivano proprio dalla mancata integrazione dei residenti nelle dinamiche di valorizzazione turistica dei siti, guidata perlopiù da aziende private e professionisti esterni alla comunità. In questo senso, sviluppando le competenze negli individui, si traduce la lungimirante portata del progetto, orientata a muoversi dal centro alla periferia, favorendo uno sviluppo che sia frutto di risorse culturali e naturali endogene al contesto di riferimento. Un obiettivo elevato, soprattutto se si considera l’area che circonda lo Storico Santuario di Machupicchu: essa infatti sconta uno scenario di frammentazione istituzionale che stimola conflitti di interessi a vari livelli, provocando non poche sovrapposizioni di responsabilità istituzionali a livello locale (basti pensare che il sito stesso è soggetto a doppia giurisdizione del ministero dell’istruzione, INC, e di quello dell’agricoltura, INRENA).
La preziosa testimonianza di Chavez ha portato concretezza e fiducia alla fattibilità di un progetto di così ampie dimensioni, indicando una delle tante strade possibili da percorrere, ovvero l’efficace gestione delle potenzialità insite nel sito di Machu Picchu; unita ad essa, la consapevolezza che il turismo è solo il punto di partenza per lo sviluppo economico che, soprattutto in contesti simili, deve servirsi della partecipazione della comunità locale, restituendo a quest’ultima la dignità che merita, pur con la coscienza che ricomporre la frammentazione istituzionale o dettare semplicemente le regole del gioco costituisce l’ostacolo primario all’effettiva implementazione del progetto.
Riferimenti:
www.worldbank.org