maxxiUna nuova legge quadro sulla qualità architettonica: il ministro Bondi lo aveva preannunciato agli inizi del luglio scorso in occasione della cerimonia di apertura del XXIII Congresso Mondiale di Architettura di Torino sorprendendo un uditorio che in quella sede era a riflettere e a dibattere sul futuro dell’architettura nel mondo. Sarebbe stata sul tavolo del futuro Consiglio dei Ministri, e così è stato: l’11 luglio il Consiglio ha approvato in via preliminare un disegno di legge sulla qualità architettonica, urbanistica, degli spazi urbani e del territorio, prevedendo nuove misure per i vari ambiti di intervento.
Una legge per puntare l’attenzione sul valore sociale della disciplina affinché sia uno strumento reale per la salvaguardia del paesaggio e per il miglioramento della qualità della vita della collettività, andando oltre la spettacolarizzazione delle opere “firmate” e cariche di polemiche.
Gli aspetti di maggior interesse sono rintracciabili nella promozione dei giovani professionisti mediante premi e concorsi pubblici, procedure obbligatorie per tutte le amministrazioni, e nel rafforzamento  della famosa legge del 2%, che prevede la destinazione di tale percentuale della spesa per la realizzazione di nuovi edifici pubblici ad opere d’arte, a pena del mancato rilascio del collaudo (Legge 29 luglio 1949, n. 717). Due nodi critici che riflettono il primo la volontà di aprire il mercato alle nuove generazioni, ed il secondo il favorire una cultura artistica contestualmente alla opere “necessarie”.
“Viene infine introdotto il Piano triennale per la qualità delle costruzioni pubbliche, predisposto dal Ministero che dovrà individuare le linee prioritarie di intervento mediante intese con il Ministero dell’istruzione o con le singole istituzioni universitarie, sentiti gli ordini professionali competenti”.
Allo scopo di facilitare e di arricchire il futuro dibattito parlamentare e l’esame della Conferenza Unificata, il ministro ha anche predisposto una consultazione on line – aperta poche settimane fa dal sito del MiBAC – alla quale possono partecipare gli addetti ai lavori o coloro che vorranno esprimere opinioni e suggerimenti. Un tentativo di mettere in pratica la tanto aspirata democrazia partecipata, in rispetto delle recenti tendenze in tema di produzione normativa – manifestate anche in sede europea – che richiedono la partecipazione della società civile alle decisioni pubbliche, per garantire una maggiore apertura e trasparenza dei processi decisionali e l’ampliamento della relativa base conoscitiva.
È il primo caso di consultazione pubblica disposta da questo ministero, ma la trasparenza della procedura non risulta evidentemente chiara nelle sue modalità, mancando di riscontro.
Sulla novità della legge si avrebbero inoltre alcune resistenze, considerando la fedeltà abbastanza palese al testo della legge Urbani della XIV legislatura. Sulla sua validità ci sarà da fare le dovute verifiche, sia in termini di esaustività legislativa che nella sua effettiva applicazione.
Date le esperienze legislative precedenti di mancata applicazione, le aspettative che si nutrono nei confronti della prima prova del MiBAC sono elevate. Non resta che aspettare, per ora, il parere della Conferenza Unificata.